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La “fase 2” degli arbitri e della Var, cosa cambia alla ripresa della Serie A

Cabina di regia della Var con meno persone per garantire il rispetto della distanza di sicurezza, deroga al vincolo territoriale per la designazione del direttore di gara. Cosa significa? Che la Fiorentina, per esempio, potrebbe essere diretta da un arbitro della stessa città. Sono queste le 2 novità che potrebbero caratterizzare la scelta degli arbitri per le partite alla ripresa del campionato. Ecco cosa può cambiare.
A cura di Maurizio De Santis
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Arbitri designati senza vincoli territoriali, meno assistenti nella cabina di regia della Var. Potrebbero essere queste le due novità più importanti per i direttori di gara che si preparano alla ripresa del campionato. È la "fase due" dei fischietti italiani che dovrà tenere conto del protocollo di sicurezza e tutela della salute dei professionisti, oltre alle necessità logistiche direttamente legate all'organizzazione della partite e alla scelta degli impianti dove giocarle.

Ipotesi che il presidente dell'Aia, Marcello Nicchi, ha lasciato filtrare ed entrano nel corredo accessorio delle "deroghe" che ogni convitato al tavolo del calcio è disposto a concedere perché la stagione venga portata a termine. Adesso che la morsa dell'emergenza sanitaria sembra allentata sembra possibile anche immaginare la ripresa delle attività agonistiche finora bloccate. Accadrà senza tifosi e in impianti chiusi al pubblico ancora a lungo ma, almeno, l'azienda calcio (con tutto l'indotto che va ben oltre gli stipendi dei calciatori) potrà rimettersi in moto.

Var e distanza di sicurezza. Come sarà possibile ospitare all'interno di un ambiente ristretto un certo numero di persone rispettando la distanza di sicurezza? Attualmente sono 6 le persone, tra tecnici e assistenti arbitrali (Var e Avar), che si accomodano all'interno della control room. Questo accade in condizioni normali ma è chiaro che, considerata la contingenza degli eventi, qualcosa dovrà cambiare.

Il vincolo territoriale nella designazione. Cosa significa? Facciamo un esempio: un arbitro napoletano non può essere designato per il Napoli, così come uno di Milano per il Milan e l'Inter oppure uno di Torino per la Juve e i granata. Anche in questo caso le norme sulla sicurezza – comprese quelle sulla circolazione delle persone sul territorio nazionale – potrebbero spingere i vertici dell'Aia a una modifica del regolamento. Arbitri e assistenti non viaggiano a bordo di pullman o charter come le squadre di calcio ma in macchina, in treno oppure in aereo. Ecco perché l'ipotesi che si sta facendo largo, come forma ulteriore di tutela della salute, è permettere a un direttore di gara di raggiungere la sede della partita limitando il raggio degli spostamenti.

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