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La calciatrice fuggita dall’Italia: “Urlavano ‘sporca pu**ana’”. Poi si scusa: “Sono ignorante”

Ronja Aronsson ha lasciato l’Italia per tornare a giocare a calcio femminile in Svezia dopo soli sei mesi. In un podcast ha raccontato cosa accadeva a suo dire nella Fiorentina, facendo poi parzialmente dietrofront sui social.
A cura di Marco Beltrami
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Hanno fatto molto "rumore" le parole di Ronja Aronsson, calciatrice svedese che dopo soli sei mesi alla Fiorentina, ha deciso di tornare a giocare in Svezia. Durante un'intervista la ragazza ha raccontato di aver vissuto un vero e proprio incubo in viola, trovando a suo dire un ambiente particolare. Poi però ha ritrattato gran parte delle sue dichiarazioni, con una spiegazione particolare su Instagram.

Ronja Aronsson è una calciatrice svedese che dopo essere cresciuta in patria con le maglie di Pitea e Linkoping, ha deciso di provare la prima esperienza all’estero della sua carriera, approdando in Italia. Nel 2022 l’arrivo alla Fiorentina, dove però la ragazza classe 1997 che gioca come difensore non è riuscita a lasciare il segno come confermano le pochissime presenze. Per Aronsson, campione d’Europa Primavera con la Svezia il ritorno in patria si è concretizzato dopo soli pochi mesi, nuovamente al Pitea.

Cosa è andato storto nel calcio femminile italiano? E perché dunque questa giocatrice svedese non è riuscita ad affermarsi nella squadra viola? Ai microfoni del podcast di NSD "Footbollsfridag", sono emersi dei retroscena preoccupanti relativi alla sua esperienza nella nostra Serie A. Quella che era stata la passione della sua vita, rischiava di trasformarsi in un incubo. Insomma Aronsson ha raccontato così il suo disagio: "Se fallisci in qualcosa, come un dribbling o prendi un palo, ti gridano "sporca pu**ana". Quelle sono state le prime parole che ho imparato in italiano".

Anche nello spogliatoio, la situazione non era delle più semplici con riferimento particolare al comportamento dell'allenatrice. Secondo Aronsson, gli allenamenti della squadra venivano spesso interrotti a causa di veri e propri raptus di rabbia del tecnico che causavano il crollo emotivo delle giocatrici. La svedese ha spiegato poi: "Era troppo e non era calcio per me. Ci sono stati commenti per cui alcune giocatrici erano troppo grasse ed è per questo che abbiamo perso partite. Potevi vedere persone sedute a piangere nel camerino".

Aronsson ha comunque provato insieme ad alcune sue compagne a segnalare i problemi alla dirigenza, ma non ci sono stati risultati: "Il presidente (Rocco Commisso, ndr) ha detto che questa era una cosa da donne, che mentalmente non potevamo sopportarla. Quindi non aveva senso parlare con lui, aveva già deciso che eravamo noi giocatrici ad essere colpevoli". A quel punto inevitabile il ritorno in Svezia dopo sei mesi per lei da dimenticare

In un post pubblicato poi su Instagram però ecco che la giocatrice ha voluto correggere il tiro delle sue dichiarazioni, soprattutto su quelle relative ai presunti insulti ricevuti: "Stavo facendo un podcast la scorsa settimana e ho parlato della mia esperienza alla Fiorentina. Stavo lottando molto con cose diverse a Firenze, una di queste era la lingua visto che non capivo una parola. Quando mi hanno tradotto le parole, qualcuno mi ha detto che l'espressione "porca tro*a" significa "sporca pu**ana". Non ho capito l'espressione ma ora capisco che è come dire "porca mer*a" in inglese (vedi Google translate), quando qualcosa non va come vorresti. Voglio anche sottolineare che nessuno ha mai detto porca tro*a in faccia a qualcuno, mai indirizzato l'insulto ad una giocatrice e cosa più importante, come ho detto anche nel podcast: ho provato una cattiva energia al club ma nessuno mi ha mai offeso o insultato alla Fiorentina e sono veramente dispiaciuto per questo malinteso, la mia ignoranza e le sue conseguenze".

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