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Juventus, il presidente Agnelli al Governo: “A luglio si riaprano in parte gli stadi”

La richiesta del presidente della Juventus, Andrea Agnelli, non è isolata. Già a giugno si sta verificando se aprire parte degli impianti ai tifosi, in Polonia, Russa e Serbia, mentre in Portogallo e in Spagna ci sarebbe la medesima volontà di portare gli spettatori allo stadio. L’idea di fondo è per luglio, sperando che la situazione migliori ulteriormente, rispettando sempre rigidi controlli medico sanitari.
A cura di Alessio Pediglieri
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Tribune contingentate, con i tifosi presenti non solo in modo virtuale ma anche in carne ed ossa. Non subito, ma una nuova fase anche per gli spettatori che vogliono assistere dal vivo una gara di calcio, potrebbe iniziare dal mese di luglio. E' l'idea – ma anche un appello – che il presidente della Juventus, Andrea Agnelli fa rivolgendosi alle istituzioni non solo sportive: "Si riapra almeno in parte" è la richiesta, ipotizzando che la situazione da qui ad allora sarà migliorata sul piano medico-sanitario e alcuni settori degli impianti sportivi potrebbero tornare usufruibili ai tifosi.

In alcune parti d'Europa l'idea è già una realtà che sta prendendo piede in forma ufficiale. Laddove la pandemia è stata relativamente più contenuta e meno grave ci so sta operando per riportare il tifo sulle tribune di uno stadio per assistere ad una partita di calcio. Dal mese di giugno questo processo di ‘Fase Due' del tifo dovrebbe essere messo in funzione in alcuni Paesi come la Polonia, la Serbia, la Russia. Andrea Agnelli chiede di seguire quell'esempio anche per l'Italia, con maggio calma e attenzione ma con un piano già programmabile da adesso.

Possibile? Tecnicamente sì mantenendo rigidi protocolli anche all'interno delle tribune dove si potrebbero evitare assembramenti e troppe persone tra loro in contatto. Ma mancano in questo caso una serie di nullaosta, perché non basterebbero gli assensi dei club che sono responsabili dei propri abbonati o dei club proprietari (come la Juventus) dei propri impianti. Si tratta di salute pubblica e di un eventuale importante ‘precedente': entrerebbero in gioco protocolli sanitari che dovrebbero venire avvallati dal Ministero. Quella di Agnelli non è una idea isolata, a una ipotesi di tal genere ci stanno pensando anche altre federcalcio, come quella spagnola (dove si ripartirà l'11 giugno) o portoghese (dove si è già tornati a giocare in questo weekend).

Intanto, per ovviare ad una assenza di pubblico che per tutti è l'ultimo elemento su cui lavorare per ridare al calcio la propria essenza, ci sono state soluzioni alternative e palliativi che hanno provato a lenire il vuoto e il silenzio assordanti degli stadi. In Danimarca è andata in scena la prima partita in assoluto con i tifosi collegati da remoto direttamente da casa, con maxi schermi disseminati lungo il terreno di gioco. In Giappone la Yamaha ha messo a disposizione una particolare tecnologia per ridare un analogo effetto ‘dal vivo' attraverso collegamenti audio in una sola applicazione e circa 60 altoparlanti disseminati sulle tribune per dare l'effetto ‘stadio' in tempo reale. Anche le stesse partite che si stanno disputando a porte chiuse, come la Bundesliga, vengono trasmesse in tv con alcuni stratagemmi tecnoclogici: Sky, ad esempio, per il campionato tedesco, ha messo in atto il "Virtual Audio", un'opzione con cui si possono seguire i match con la telecronaca insieme arumori di fondo dei tifosi pre registrati.

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