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Il secondo gol preso dal PSV è l’emblema delle difficoltà del Napoli: cosa non funziona

Il secondo gol preso dal PSV è l’emblema delle difficoltà della fase difensiva del Napoli: cosa non funziona nella squadra di Antonio Conte in questa prima parte di stagione 2025-2026.
A cura di Vito Lamorte
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Il campanello d’allarme, questa volta, è suonato forte. Il Napoli esce travolto dal PSV Eindhoven e dalla notte di Champions League con un 6-2 che non lascia attenuanti. È la quarta sconfitta nelle ultime sette partite: i numeri dicono che non si tratta più di un caso.

Antonio Conte, per la prima volta da quando siede sulla panchina azzurra, non ha usato giri di parole e in conferenza stampa, il tecnico ha puntato il dito contro l’amalgama di squadra e la mancanza di spirito collettivo: “Sono arrivati troppi nuovi, dobbiamo ritrovare quell’alchimia che ci aveva resi forti. Napoli e i napoletani non devono essere presi in giro”, ha tuonato.

Dietro le parole si intravedono tensioni interne e un gruppo ancora lontano dall’essere una squadra. Le assenze di Rrahmani e Lobotka non bastano a giustificare un crollo del genere: il Napoli, avanti con McTominay, si è sciolto alla prima difficoltà, mostrando limiti difensivi e una preoccupante fragilità mentale.

Il secondo gol preso dal PSV è l'emblema delle difficoltà del Napoli

La difficoltà maggiore sembra essere proprio quello che era stato il punto di forza del Napoli che aveva vinto lo Scudetto nel 2024-2025. La fase difensiva è in enorme difficoltà e il secondo gol preso dal PSV è l'emblema di questo momento: sul risultato di 1-1 gli azzurri si sono fatti infilare con una ripartenza che vedeva l'ultimo uomo a centrocampo (Buongiorno) e alle sue spalle il campo aperto per Saibari.

L'errore iniziale è di Beukema, poi Gilmour perde un contrasto e Buongiorno prova ad aggredire il portatore di palla perché è consapevole che alle sua spalle c'è un avversario che può andare in porta senza troppi problemi. Quello che risalta è proprio la solidità perduta di una squadra che concedeva sempre pochissimo agli avversari mentre ora ogni azione sembra potenzialmente un pericolo.

Il nuovo vestito tattico non sembra calzare bene al Napoli e i problemi in campo sono sempre più evidenti. Lo scorso anno Conte ha variato tra 4-3-3 e 3-5-2 senza mai perdere solidità e attenzione massima nella difesa della porta mentre quest'anno il 4-1-4-1 non sembra essere entrato nelle corde dei calciatori.

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Il discorso è complessivo non si tratta di difesa o di ‘reparto. I nuovi non stanno incidendo come Conte si aspettava: Beukema e Buongiorno faticano a reggere la retroguardia, Lucca non trova continuità e De Bruyne, pur con tre reti all’attivo, sembra ancora distante dal cuore del progetto. Persino il dualismo tra Milinkovic-Savic e Meret rischia di destabilizzare un reparto già fragile.

Sedici gol subiti in dieci gare sono un dato che pesa come un macigno su una squadra costruita per vincere che, in questo momento, sembra aver perso la bussola.

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