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Il ristorante di Arek Milik cucina pasti per i medici degli ospedali

Una bella iniziativa di Milik, proprietario di un ristorante a Katowice (in Polonia). Il locale è chiuso al pubblico per l’emergenza Coronavirus ma l’attaccante del Napoli lo ha tenuto aperto chiedendo ai dipendenti di preparare, cucinare e confezionare pasti da distribuire alle strutture sanitarie della città.
A cura di Maurizio De Santis
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Arkadiusz Milik è in Italia, a Napoli assieme alla sua compagna Jessica. Lui come altri compagni di squadra è in attesa di sapere quando sarà possibile tornare ad allenarsi, se riprenderanno il campionato e le Coppe. Tutto fermo, almeno fino al termine di aprile. Le parole del ministro Spadafora, che ha tolto dubbio al riguardo, spostano ancora un po' più in là il confine temporale. Si arriverà a maggio e poi forse a giugno per risentire il fischio d'inizio all'interno degli stadi (sempre a porte chiuse).

La bella iniziativa di Milik per i medici degli ospedali

La Serie A è ferma da un mese per l'emergenza Coronavirus che ha investito il cuore dell'Europa e l'ha infettato: Italia e Spagna le nazioni che stanno pagando, in termine di vite umane perse e di contagi, il conto più duro. La pandemia di Covid-19 non ha risparmiato alcun Paese, da Napoli l'attaccante azzurro non ha dimenticato la Polonia. Lì il fenomeno non è così diffuso ma grande sono la paura e la preoccupazione per il dilagare del morbo. Le misure adottate per contenere la diffusione del contagio sono più o simili a quelle dell'Italia: tutti chiusi bar, ristoranti e qualsiasi esercizio commerciale che non proponga generi di prima necessità.

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Pasti cucinati e spediti nelle strutture sanitarie

Il locale di Milik a Katowice, però, non è rimasto serrato del tutto. Si chiama "Food&Ball", il nome un richiama il football che per la punta è "mestiere" e passione al tempo stesso. Non c'è la solita clientela ma una molto speciale… su indicazione dello stesso calciatore il ristorante è aperto per confezionare pasti e quanto altro possa essere utile da mettere al servizio delle strutture sanitarie della città. Lì vengono preparati, cucinati e poi inviati agli ospedali le razioni da destinare a medici e infermieri che sono impegnati – anche a costo di turni massacranti – in prima linea per curare i pazienti

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