Il padre di Yamal: “Soffro di epilessia, prendo 5 pillole al giorno. C’è chi si approfitta di me”

Lamine Yamal non è riuscito a centrare la vittoria in Champions col Barcellona e nemmeno la Nations League con la Spagna dopo il ko in finale ai rigori col Portogallo. Titoli che il fenomeno dei catalani ha però solo sfiorato mostrando allo stesso tempo al mondo intero un talento immenso che l'ha fatto definitivamente esplodere nel calcio. Yamal è seguitissimo anche dalla sua famiglia, nello specifico soprattutto da suo papà il 33enne Mounir Nasraoui che negli ultimi tempi ha fatto parlare molto di lui per diversi episodi accaduti specie in questo ultimo anno.
Dall'accoltellamento subito in un parcheggio fino all'invito al boicotaggio durante Inter-Barcellona senza dimenticare il momento in cui ha fatto capire sui social lo stipendio di suo figlio facendo infuriare il Barcellona. Episodi, specie questi ultimi relativi al lato sportivo, che in alcune casi hanno provocato anche l'indignazione dei tifosi. Durante una sua diretta Instagram nelle ultime ore, l'uomo ha però rivelato di soffrire di epilessia e ha chiesto rispetto per i commenti offensivi che riceve. "Sono un padre epilettico che soffre da molti anni".

Nasraoui ha poi proseguito durante la sua diretta: "Quello che dovete fare è rispettarmi – ha dichiarato con forza -. Soffro di epilessia, devo prendere cinque pillole al giorno. Vediamo come vi sentite se prendeste una delle mie pillole". Poi aggiunge: "Chiedo rispetto perché nessuno ha mai mancato nei confronti degli altri. A volte, mentre cammino per strada, sono stato derubato molte volte. A causa della mia malattia, la gente si approfitta di me", ha risposto il padre di Lamine Yamal a uno dei suoi oltre 1,5 milioni di follower su Instagram.
Le parole del padre di Yamal durante la diretta Instagram
Mounir Nasraoui ha anche smentito le voci secondo cui apparirebbe nei suoi video sotto l'effetto di sostanze illegali: "Lo rispetto anche se non mi conoscete – spiega -. Lamine Yamal è là fuori sul campo a lottare per la sua famiglia, per suo padre, per sua madre, per suo fratello, per sua sorella, per sua nonna. Ma se venite da me a dirmi ‘questo tizio è fatto'… non vi dirò cosa state facendo. Io non sono fatto, sono un padre che soffre da molti anni". E conclude: "Quello che dovreste fare è rispettarmi perché io non vado in giro a insultare nessuno".