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Greta Beccaglia, la giornalista molestata da un tifoso

Il molestatore di Greta Beccaglia si trasferisce in un luogo segreto: “Ora temo per mia figlia”

La vita di Andrea Serrani è andata letteralmente in pezzi dopo lo scellerato gesto compiuto sabato pomeriggio a Empoli, quando ha palpeggiato la giornalista Greta Beccaglia. “Non sono un mostro”, dice invocando clemenza. Intanto il suo ristorante è chiuso e i suoi profili social sommersi di insulti.
A cura di Paolo Fiorenza
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Quanto accaduto sabato pomeriggio all'esterno dello stadio Castellani di Empoli, nel dopo partita del match contro la Fiorentina, dimostra come davvero a volte le nostre vite possano cambiare in un attimo, per uno scherzo del destino o per una nostra decisione, giusta o sbagliata. Quella presa da Andrea Serrani, 45enne ristoratore marchigiano, è stata sbagliatissima, vigliacca e scellerata. La pacca sul sedere della giornalista Greta Beccaglia, in diretta TV, non solo ha violato e traumatizzato la 27enne fiorentina, ma ha anche mandato in pezzi la vita di Serrani.

Denunciato dalla donna, adesso è indagato per il reato di violenza sessuale, per il quale il Codice Penale prevede la reclusione da 6 a 12 anni. Da parte sua, la Beccaglia non ne vuole sapere di scuse o perdoni: "Cosa provo per lui? Nulla. Non voglio nemmeno nominarlo. Ho già fatto il mio dovere denunciandolo, ho saputo che si è scusato ma non mi interessa. Il suo è stato un gesto grave. Ha toccato il mio corpo senza averne il permesso, è stato scioccante e io sono stata fortunata. Perché ero in diretta davanti a una telecamera. Ogni giorno accadono cose di questo tipo a ragazze che non hanno la possibilità di difendersi, che non hanno prove video della molestia subita. E per questo la mia denuncia è anche per loro", dice alla Gazzetta dello Sport dopo essere tornata ieri a fare il suo lavoro di inviata per Toscana TV all'esterno dello stadio Franchi per Fiorentina-Sampdoria.

Non sembrano insomma esserci margini per una ricomposizione extragiudiziale della vicenda, come si intuisce anche dalle parole del legale del tifoso viola, l’avvocato Roberto Sabbatini, anche lui di Chiaravalle – vicino Ancona – e suo amico da anni. Serrani ha anche ricevuto un Daspo di 3 anni, ovvero non potrà assistere a manifestazioni sportive, ma ovviamente è la querela che pesa come un macigno: "Valuteremo in seguito quali decisioni prendere sul Daspo, anche se la pena di 3 anni ci sembra spropositata. Non è chiaramente questo l’aspetto che ora turba maggiormente Serrani. Purtroppo non sono riuscito a parlare con l’avvocato della dottoressa Beccaglia, anche se, dopo aver ascoltato alcune dichiarazioni della giornalista, non nutro grandi speranze – ammette a QdM Notizie – Proverò a contattare il mio collega toscano tra qualche giorno quando il clamore mediatico intorno a questo episodio si sarà placato".

Il legale descrive un uomo distrutto dalla tempesta che si è abbattuta su di lui. I profili social di Serrani e quelli del suo ristorante Il Ranocchiaro sono stati inondati di insulti e offese, e nel mirino sono finite anche le recensioni del locale: "Un posto gestito da un molestatore seriale", è stato scritto. "È scosso e molto provato – spiega l'avvocato Sabbatini – il suo gesto è stato grave e lui si è perfettamente reso conto dell’imperdonabile errore che ha commesso. Nessuno di noi intende minimizzare l’accaduto e tutti siamo molto sensibili al tema della violenza sulle donne ma mi sento di dire che il linciaggio mediatico a cui è sottoposto il mio assistito è esagerato, anzi, vergognoso". Intanto il ristorante è chiuso: "Riaprirà nel fine settimana – dice ancora il legale – anche perché ora lui ha bisogno di riposare. Certo, nutre anche qualche timore per le conseguenze lavorative e le ripercussioni ma, per contro, ha la solidarietà di tanta gente". In primis amici di Chiaravalle e clienti del suo locale, che hanno formato un gruppo di sostegno per Serrani in questo momento drammatico della sua vita.

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Il 45enne, intanto, dopo essere stato raggiunto a caldo da Le Iene, ha deciso di trasferirsi in un alloggio segreto per sottrarsi alla pressione asfissiante di giornalisti e opinione pubblica, come svela Il Messaggero: "Non merito la gogna mediatica che si è scatenata contro di me, non ho mai fatto male a nessuno e vivo la mia vita lavorando", è il suo sfogo al telefono col quotidiano romano. Poi Serrani, che vive con la sua compagna e la figlia piccola, riavvolge il nastro e racconta ancora la sua versione dei fatti su quel maledetto sabato pomeriggio a Empoli, confessando i suoi timori proprio per la figlia: "Ero con un amico che avevo raggiunto a Firenze. Eravamo amareggiati, in pochi minuti la nostra Fiorentina era passata dalla vittoria alla sconfitta. C'erano alcuni giornalisti che chiedevano commenti a caldo. Ho visto questa giornalista e le ho dato un buffetto sulle parti basse. Era solo un gesto goliardico. Non ho mai fatto male a nessuno, vivo amando mia figlia, curando i tanti rapporti di amicizia che ho a Chiaravalle e altrove, ho un locale avviato che ho aperto con tanti sacrifici. Quello che mi fa davvero temere sono le conseguenze che potrei subire riguardo a mia figlia. Mi fa piacere che qualche cliente mi abbia telefonato, rimproverandomi per il gesto, ma comprendendo il mio stato d'animo. Tutti sanno che non sono un violento".

Serrani ha visto crollargli il mondo addosso e ritiene che il massacro mediatico che sta subendo sia davvero esagerato: "Ho sbagliato, ma secondo me il gesto che ho fatto non comporta che io sia visto come un mostro da tutta Italia – dice ancora a RAI 2, chiedendo clemenza – Non so nemmeno cosa mi sia passato per la testa, ma non c'era nessun tipo di malizia. E non ci sarà mai, perché non mi sono mai permesso di alzare le mani nei confronti di una donna. Mi sono pentito, ho sbagliato. Ho fatto una leggerezza e sto pagando più di quello che penso dovrei pagare. Se la Beccaglia fosse davanti a me, mi scuserei, non volevo turbarla o qualsiasi altra cosa. Il gesto è stato grave, ma arrivare da lì ad una molestia sessuale penso che ce ne passi. Se ci fosse stata mia figlia al suo posto? Mi sarei sicuramente arrabbiato, ma non avrei impiccato o messo alla gogna nessuno…".

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