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Il metodo di lavoro di Farioli su Whatsapp: “Ho un gruppo di ricerca che guarda le partite”

A contribuire al lavoro di Farioli non c’è solo lo staff tecnico che ogni giorno lo segue in campo, ma anche un gruppo di ricerca indipendente che lavora da remoto.
A cura di Ada Cotugno
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Francesco Farioli sta tracciando il suo percorso al Porto con grandi successi e una filosofia nuova che gli ha permesso di sedersi in cima alla classifica in Portogallo. Dopo la fine amara dell'esperienza all'Ajax il giovane allenatore italiano sta rialzando la tesa trovando successi in campionato e in Europa League con un metodo innovativo e un gruppo di lavoro allargato con il quale è in contatto costante tutti i giorni per tenere sotto controlla la situazione.

Come ha raccontato a O Jogo non si sente solamente con il suo staff tecnico, che comunque vede al campo di allenamento a ogni sessione, ma ha creato un gruppo su Whatsapp con un team esterno definito "gruppo di ricerca indipendente" al quale si appoggia per parlare di aspetti che non riguardano puramente il campo. Si tratta di analisti che lavorano da remoto e che integrano il suo lavoro fornendogli tutte le informazioni necessarie.

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Farioli spiega perché ha due staff

Sicuramente si tratta di un approccio diverso rispetto a quello tradizionali perché sono pochi gli allenatori che si avvalgono di un gruppo di lavoro esterno per completare il proprio lavoro. Il quotidiano portoghese ha raccontato che Farioli ha creato un gruppo Whatsapp chiamato "Laboratorio creativo" per parlare con il suo staff al Porto: "L'ho scelto perché è così che voglio lavorare". Ma non è l'unico team al quale si appoggia: a distanza ne esiste un altro che non partecipa agli allenamenti ma che è composto da persone di fiducia dell'allenatore che analizzano le situazioni che accadono nel mondo fornendogli una prospettiva diversa.

Come raccontato dall'Italiano si tratta di un team piuttosto innovativo: "Ho un piccolo gruppo parallelo di persone che non fanno parte del mio team tecnico, ma che lavorano da remoto. È come un gruppo di ricerca, perché è impossibile analizzare tutto quando si lavora in un club. Lavorano pensando al futuro, guardando le partite e studiando le tendenze e cose del genere, cosa sta succedendo in Brasile, Argentina, Portogallo. Poi discutiamo di tutto, questo mi tiene abbastanza aggiornato e mi dà una prospettiva su ciò che sta accadendo nel mondo. Questo mi ha aiutato molto nel mio primo impatto in Francia, perché quando sono arrivato, ovviamente, non avevo le stesse conoscenze che avevo qualche mese dopo. C'è un ragazzo in Scozia che guarda il calcio britannico ed è anche appassionato di calcio sudamericano, uno in Italia, uno in Portogallo e un altro in Spagna". 

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