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Ibrahimovic racconta il ruolo da leader nel Milan: “Voglio vincere il titolo, quello vero”

Zlatan Ibrahimovic ha parlato della sua esperienza al Milan in un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport. L’attaccante rossonero ha spiegato come il suo ruolo in squadra sia cambiato, diventando una sorta di punto di riferimento per i più giovani: “Mi sento un leader, una volta a Kalulu ho detto di togliersi i guanti perché un difensore con i guanti non fa paura a nessuno”.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Zlatan Ibrahimovic è il leader indiscusso del Milan. Alla soglia dei 40 anni ha ancora voglia di stupire sperando di poter raggiungere un traguardo importante con i rossoneri. Nel frattempo si gode il momento, con tanto di rientro in campo, presumibilmente già contro il Cagliari, con la squadra prima in classifica. Nel corso di un'intervista al Corriere dello Sport, l'attaccante svedese ha raccontato un aneddoto curioso che rispecchia in pieno il suo ruolo nello spogliatoio: "Qualche settimana fa Kalulu ha esordito e indossava i guanti – ha detto Ibra – L'ho costretto a toglierli. Un giovane difensore che debutta con i guanti che figura fa? Di sicuro non spaventerà l'attaccante".

Un consiglio, anche divertente, per un giovane difensore pronto per scendere in campo. È il chiaro esempio di cosa sia diventato oggi Ibrahimovic. Un giocatore completo in campo, ma su quello non avevamo dubbi, e soprattutto fuori, dove in alcuni casi, in passato, ha peccato troppo. Maturo quanto basta per trascinare una squadra vogliosa di tornare a vincere come il Milan e determinato a non voler chiudere la sua carriera dopo questa stagione: "In futuro non so se fare l'allenatore o meno, ma oggi mi piace troppo stare in campo".

Ibrahimovic leader del Milan e punto di riferimento per i più giovani

L'aneddoto di Kalulu spiega al meglio il ruolo di Zlatan Ibrahimovic all'interno dello spogliatoio del Milan. Una figura importante proprio per la crescita dei giocatori, specie in un gruppo così giovane: "La mia sfida, oggi, è quella di riuscire a far maturare una squadra così giovane, che rappresenta una situazione diversa da quelle a cui ero abituato – ha detto – Riuscire in questo obiettivo mi dà una gioia addirittura superiore ad una vittoria”. E se il gol è una sua responsabilità, proprio come ha ribadito all'interno dell'intervista, oggi Ibra sente anche il peso degli anni e quel ruolo da ‘padre' che a lui inizia a piacere tanto:

"Mi sento un leader, diversamente dal Milan in cui giocavo 10 anni fa. Questa è una squadra diversa". Ibrahimovic ha ribadito a più riprese come ci sia voglia di vincere dopo diversi anni in cui il club non è riuscito a conquistare quasi nulla per diversi motivi. E fare gruppo è la prima cosa per creare un ambiente sereno e compatto in cui lavorare bene. Ecco perché Ibra regalò la Playstation 5 a tutti i suoi compagni: "Avevo chiesto chi la volesse ad un certo prezzo e si sono messi in lista – ha detto – A chi è arrivato in ritardo gli ho detto che era troppo tardi capendo con chi avevo a che fare. Ora mi danno retta tutti".

Il futuro al Milan e il Covid

Sui singoli invece, Ibrahimovic ha ribadito come Giorgio Chiellini sia "un animale che continua a darti la caccia, quella è la mentalità giusta", mentre su Donnarumma è stato molto netto: "Il portiere più forte al mondo ma non è normale che non abbia disputato neanche una partita in Champions League". A tal proposito Ibrahimovic ha ribadito come il Milan debba ritornare presto ai livelli di un tempo: "Non è possibile vedere l'Atalanta in Champions e il Milan no". Il rapporto con Pioli, che Ibra reputa un allenatore da grande squadra e la felicità di aver ricevuto la conferma del tecnico per questa stagione tra le parentesi positive che hanno consentito al Milan di arrivare dov'è oggi. Proprio il club rossonero che vorrebbe non lasciare mai: "Finché sto bene vado avanti – ha detto – a giugno quando scade il contratto vedremo ma non volevo dare a me e alla società situazioni in cui poi ci saremmo potuti intrappolare".

Ibrahimovic è stato uno dei grandi calciatori di Serie A ad essere positivo al Covid-19: "Parlavo con i muri, il tempo passava lento – ha detto – Ho avvertito dolore alla schiena, mal di testa, ma mai febbre. E ho perso il senso del gusto". Oggi è tutto superato e l'attaccante rossonero si appresta a vivere un finale di stagione a dir poco intenso con la maglia del Milan in cui si aspetta ovviamente il massimo, nulla di meno. "Non mi interessa arrivare a fine anno e scoprire di essere stato solo il campione d'inverno, a me interessa il titolo, quello vero". Un bel messaggio ai tifosi rossoneri che hanno trovato in Ibrahimovic il vero faro che ha consentito al club e alla squadra di risorgere e lottare finalmente per quello scudetto che oggi sembra così facile da raggiungere ma per cui, in realtà, c'è ancora tanta strada da percorrere.

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