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I consigli di Cassano a Camarda e Pio Esposito: “Arriveranno gli amici, le donne. Mandate tutti via”

Antonio Cassano si è prodigato a dare la sua personale visione sui due baby-fenomeni del momento, Francesco Pio Esposito e Francesco Camarda. A suo modo e indicando un solo preciso consiglio: “Fate come me, è la cosa migliore. Mandate tutti fuori dai co…oni”
A cura di Alessio Pediglieri
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Francesco Pio Esposito e Francesco Camarda. Due nomi, due talenti emergenti del nostro calcio che tanto stanno facendo esaltare appassionati e addetti ai lavori. Il primo, l'Inter se l'è tenuto stretto, richiamandolo in nerazzurro e facendogli segnare il suo primo gol in Serie A ed esordire in Champions. Il secondo il Milan lo ha trasferito a maturare definitivamente in provincia, a Lecce, per giocare di più ed esprimersi al meglio. Ad entrambi è stato rivolto il pensiero di Antonio Cassano che ha suo modo ha voluto dare il proprio consiglio per non perdersi nel mondo del calcio: "Siate furbi, fate come me. Tutti fuori dai co…oni. Pochissimi amici, solo mamma, papà e se li avete fratelli e sorelle".

Antonio Cassano non è si fatto pregare nell'elargire il proprio consiglio a Pio Esposito e Camarda, i due astri nascenti che tutto il calcio italiano attende di vedere protagonisti ai massimi livelli nel prossimo decennio. Proprio lui, FantAntonio esploso una notte con la maglia del suo piccolo Bari contro la grande Inter e che poi ha vissuto una carriera fulminea vestendo maglie di grandi squadre, compresa quella azzurra della Nazionale. Vivendo sempre bordeline, in un mondo che – a conti fatti – ha saputo gestire e domare a proprio piacimento, senza cadere nel vortice della fama e della notorietà.

Cassano a Pio Esposito e Camarda: "Un unico consiglio: mandate tutti fuori dai co…oni"

Da qui, il pensiero diretto di Cassano ai due giovani "rampolli" del calcio italiano: "Amici? Pochi dovete averne: famiglia, papà, mamma e chi li ha fratelli e sorelle. Basta" spiega ai microfoni di "Viva el Futbol". "Posso solo augurare di fare una carriera meravigliosa a tutti e due anche se sono giocatori diversi. Camarda è più un fac-simile di Inzaghi che vive per il gol. Pio è più un lavoratore che sa vivere per la squadra, si sa già sacrificare. Però il consiglio è sempre e solo uno. Arriveranno persone che vi aduleranno, inizieranno a chiedervi cose, i biglietti, favori, a mandarvi messaggi. Per le donne sarete stupendi… Mandate tutti fuori dai co…oni".

"Non date nulla a nessuno perché a voi nessuno ha mai dato nulla"

Il discorso di Casssano come sempre si fa colorito ma diretto al punto: "Non date nulla a nessuno perché a voi nessuno ha mai regalato niente. Se alcune persone vi si avvicinano è perché hanno bisogno di voi, quando non servirete più vi sciacquano dai co…oni. Siate furbi e ascoltate me: io vengo dalla strada, dalla m…rda quella pesante…" ha poi concluso riferendo alle proprie umili origini e alla grandezza calcistica conquistata nel tempo. "Ma non ci tornerò più… perché ho mandato tutti al diavolo. Fate così anche voi, come me: è la cosa migliore".

Ventola: "Pio Esposito non avrebbe mai giocato nell'Inter, con Inzaghi in panchina"

Parole che sono seguite a quelle degli altri amici-conduttori della trasmissione online, con Ventola che dal canto suo ha espresso anche una preoccupazione reale verso Esposito e Camarda: "L'appello era che non doveva accadere ciò che è successo a Camarda: dal Milan Futuro è finito a Lecce per poter giocare con tranquillità. Non vorrei che accadesse anche a Pio ora che è all'Inter. Per ciò che riguarda Pio la situazione è più serena" continua l'ex attaccante. "Se ci fosse stato Inzaghi non so se si sarebbe puntato sui giovani. Ha la fortuna che c'è Chivu che lo conosce lo ha visto crescere e gli da fiducia e tranquillità. E' un punto da non sottovalutare. Con Inzaghi veniva mandato in prestito o sarebbe stato venduto, andava sempre un po' sul sicuro. Lui ha risposto col gol ma le prestazioni già c'erano".

Adani: "Il calcio è meritocratico, devono imparare a convivere con le pressioni e trovare l'equilibrio"

Stesso argomento trattato anche da Lele Adani: "Nella misura in cui vengono stimolati anche a sbagliare ma allenati bene, venendo accompagnati da tutti dalla famiglia, dal management e amici si può anche pensare che crescano velocemente. Il calcio di Serie A è però fatto di pressioni ed è molto meritocratico perché nessuno è nato giocatore di Serie A. Chi spesso lavora attorno ai ragazzi non è ben connesso perché ha altri interessi" spiega Adani. "I ragazzi devono restare concentrati sul campo, sulle palle, sul gioco: se questo arriva e se in settimana c'è qualche titolo in più, bisogna saperci convivere. Imparare poi a scartare, scegliere, valutare: ci sarà sempre chi li vorrà usare, devono essere bravi a trovare il loro equilibrio".

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