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I 40 anni di Sebastien Frey: “La malattia, brutto ricordo. Futuro, l’Academy dei portieri”

In occasione del suo 40° compleanno Sebastian Frey ha parlato a Fanpage.it della sua carriera, dei suoi progetti futuri e di alcuni episodi della sua vita che lo hanno particolarmente segnato. Il portiere francese è stato per anni uno dei migliori nel suo ruolo dell’intero panorama europeo e ci ha confidato in chi rivede qualche sua caratteristica.
A cura di Vito Lamorte
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Istinto, esplosività, concentrazione. Per diversi anni Sebastian Frey è stato uno dei migliori portieri della Serie A e oggi questo ragazzone portato in Italia dall'Inter compie quarant'anni. Ai microfoni di Fanpage.it l'ex numero uno francese ha parlato della sua carriera, dei suoi progetti futuri e di alcuni episodi della sua vita che lo hanno particolarmente segnato. Con 446 partite disputate Frey è il quarto giocatore straniero più presente nel nostro torneo alle spalle solo di Javier Zanetti (615), Samir Handanovič (462) e dell'oriundo José Altafini (459).

Che fa oggi Sebastian Frey? Di cosa si occupa?
"Adesso fa il papà a tempo pieno. È un lavoro a tempo pieno. Ho creato un'Academy per portieri, degli stage dove i ragazzi possono imparare e capire bene tutti i segreti del ruolo del portiere, che doveva partire questa estate. Avevamo iniziato già a raccogliere le iscrizioni ma se si va avanti così credo che posticiperò la partenza di questa iniziativa. Devo dire che l'idea è buona e molta gente ha risposto in maniera positiva. Spesso sono in giro per il mondo con le partite delle Legends, che portano via un bel po' di tempo, ma oltre a questo mi dedico molto alla mia famiglia".

Riavvolgendo il nastro delle sua vita, il giovane Frey si aspettava di arrivare a 40 anni in questo modo, lavorativamente e a livello familiare, oppure aveva altre idee e ha dovuto mediare con la realtà?
"A livello di vita, dopo il mio primo matrimonio, intorno 40 anni fai un resoconto della tua vita e anche se fare il calciatore è molto bello ma ti porta via molto tempo ma ora voglio dedicarmi alla mia famiglia. Voglio essere presente e godermela in maniera felice. L'anno scorso ho avuto un problema di salute piuttosto importante ma queste cose ti fanno apprezzare ancora di più ciò che hai intorno".

Qualche mese fa con un post su Instagram rivelò di aver rischiato di morire a causa di un virus. Come sta adesso?
"Adesso sto bene. Era una malattia autoimmune e c'è voluto un po' di tempo per creare degli anticorpi ma adesso va tutto bene, non ho più problemi. È solo un brutto ricordo".

14 luglio 2016. Lei era a Nizza e si è salvato per un ritardo dall'attacco terroristico. Cosa ricorda di quei momenti?
"Per diverse circostanze non mi sono ritrovato nell'attacco perché avevo programmato di essere sul lungomare per vedere i fuochi d'artificio come ogni 14 luglio, ma dopo essere stato in Italia, a Pescara, per un'iniziativa del Principe di Monaco il mio aereo ha fatto due ore di ritardo. Dopo essere rientrato ho deciso di rimanere a casa e di vedere i fuochi da lì, ma appena è successo molti amici hanno iniziato a chiamarmi per sapere le mie condizioni e ho capito la gravità della situazione".

Quali crede sia state le sue migliori qualità e dove invece poteva migliorare di più e non lo ha fatto?
"Mi sono reputato sempre un portiere completo e non credo di avere avuto mai grossi deficit. Sulle qualità ti posso dire l'esplosività, la reattività e l'istinto facevano parte del mio bagaglio e dopo l'infortunio al ginocchio del 2007 il chirurgo mi ha detto che dovevo stare attento agli scontri perché avevano praticamente ricostruito l'articolazione e non sarebbe stato facile andare a rimettere mano nel caso fosse capitato di nuovo. Da quel momento ho iniziato a lavorare di più sull'istinto e sulla gestione senza scontro. In alcuni casi ho avuto delle critiche perché uscivo poco ma le situazioni ti portano ad adattare il tuo gioco".

Ogni atleta, dai professionisti ai dilettanti, conserva nel suo cuore dei momenti speciali. Ci sono dei momenti o se vuole, più nello specifico, delle parate a cui è più affezionato?
"Ne ho fatto talmente tante, per fortuna, in vent'anni di carriera che preferisco ricordare un risultato, una partita. Ad esempio ricordo benissimo Inter-Real Madrid con doppietta di Baggio appena arrivato in Italia nel '98: non ho mai visto San Siro così pieno di gioia. Comunque in ogni squadra ho ricordi bellissimi. A Verona sono stato eletto miglior giocatore del campionato, all'Inter ho bei ricordi, al Parma ho vinto la Coppa Italia, alla Fiorentina ho vissuto grandi annate: non c'è un solo ricordo che porto nel cuore ma tanti momenti per ogni squadra".

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Qual è la partita che rigiocherebbe, se ne avesse la possibilità?
"Assolutamente, e la rigiocherei insieme a tutti i miei compagni. Senza dubbio quel maledetto derby Inter-Milan perso 6 a 0. È stata una partita così strana perché loro sembravano posseduti mentre noi non siamo entrati in gara. Ci hanno asfaltato e penso spesso ‘Noi non l'abbiamo mai giocata quella partita' e per questo ti dico quella. Magari lo perdiamo lo stesso ma probabilmente non così. Purtroppo il risultato sulle prestazioni, alla fine, non è falso".

C’è qualche portiere di oggi che può somigliare a Frey per le sue caratteristiche?
"Io rivedo in me David de Gea del Manchester United. Tra tutti quelli che guardo lo vedo uno che non ha paura di parare anche con i piedi, è molto reattivo sulla linea di porta. Un portiere molto completo. Mi piace molto vedere come si muovono i portieri di oggi e in lui mi rivedo molto".

Chi sono i tre migliori portieri della Serie A?
"Come primo direi Samir Handanovic dell'Inter, che garantisce sicurezza ed è uno dei leader di una della più grandi squadre d'Italia; poi direi Gigio Donnarumma del Milan, che dopo un piccolo periodo di flessione quest'anno sta mettendo di nuovo in mostra le qualità con cui aveva stupito tutti al suo esordio e sta tornando ai suoi livelli; e infine dico Alex Meret del Napoli. Non capisco a pieno la politica del club azzurro ma lui ha tutto per diventare un portiere importante e vorrei mettere lui come prospettiva futura".

I quattro difensori che oggi vorrebbe davanti a sé Frey?
"Io ho avuto la fortuna di giocare con i migliori, come ad esempio Cannavaro, Blanc; ma ne dico tre: Milan Skrinar e Stefan de Vrij dell'Inter e Matthijs de Ligt della Juventus. Una bella difesa a tre importante".

Quali sono i progetti per il suo futuro?
"Il progetto dell'Academy dei portieri è molto importante per me perché vorrei ingrandirlo a livello mondiale. È una cosa a cui tengo molto e voglio trasmettere loro quanto è bello il ruolo del portiere. Spesso si dice che è un ruolo a parte, soprattutto quando commetti un errore, ma se riesci ad essere sempre concentrato e a fare parate belle e decisive poi diventi un eroe, il protagonista assoluto, che ti dà un'emozione e una spinta incredibile. Le responsabilità sono tante, molte di più di un calciatore di movimento e devi essere molto forte prima di tutto con la testa".

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