Giocano a morra cinese prima del calcio di punizione: i giovani giapponesi come Mihajlovic e Adriano

Il Giappone Under 17 è la prima finalista della Coppa d'Asia e sogna di portare a casa il titolo. Decisiva è stata la vittoria in semifinale contro l'Iran, sconfitto per 3-0: a stupire non è il risultato, ma le modalità in cui è stata stata segnata la terza rete, una scena che ricorda vecchi momenti della nostra Serie A.
Sicuri del vantaggio per 2-0 maturato nel corso del primo tempo, i giapponesi hanno continuato a dominare la partita anche della ripresa provando a chiudere definitivamente i giochi. L'occasione migliore per la nazionale nipponica è arrivata a un quarto d'ora dal triplice fischio.
Il Giappone ha conquistato un calcio di punizione da una posizione molto interessante, ma all'interno della squadra ci sono diversi giocatori dai piedi buoni che potrebbero prendersi la responsabilità del tiro. L'indecisione più grande dell'allenatore è tra Ryunosuke Sato e Gaku Nawata. Come risolverla? Giocando a morra cinese.
I due ragazzi si sono posizionati all'altezza del pallone e, per decretare il battitore senza litigi, hanno cominciato a sfidarsi a sasso, carta, forbici. Alla fine ad avere la meglio è stato Sato che ha approfittato dell'occasione e ha firmato la rete del definitivo 3-0 con un'esecuzione perfetta, un tiro rasoterra che non ha lasciato scampo al portiere dell'Iran.
Il simpatico siparietto in campo ha ricordato a molti una scena già vista nel campionato italiano: nasce spontaneo il ricordo di Mihajlovic e Adriano che ai tempi dell'Inter nel lontano 2005 si sono contesi un calcio di punizione giocando proprio alla morra cinese.
Anche Kross e Ribery al Bayern Monaco usavano la stessa tattica per i calci piazzati, un riferimento preciso per i due giovani giocatori del Giappone che probabilmente avranno visto qualche filmato vintage prima di scendere in campo con la maglia della nazionale.