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Gigi Buffon: “Il primo mese di lockdown è stato bellissimo, l’ho adorato”

Gigi Buffon ha parlato nel corso di un’intervista al The Guardian. Il portiere della Juventus ha parlato della sua carriera, del suo contratto in scadenza, ma anche della sua esperienza personale durante il primo lockdown di un anno fa quando il Coronavirus ha cambiato le nostre vite: “È stato un periodo bellissimo l’ho adorato”.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Gigi Buffon sta vivendo l'ennesima stagione alla Juventus. A 43 anni e dopo aver interrotto solo per un anno il suo matrimonio con il club bianconero andando al Psg, il portiere campione del mondo con l'Italia nel 2006, ha parlato in un'intervista al "The Guardian". Una nuova vita, un nuovo inizio, con la società che gli ha consesso di consacrarsi sul tetto del mondo e di diventare il portiere numero uno della sua generazione. Oltre ai discorsi legati al calcio, Buffon ha però parlato anche della sua personale esperienza durante la pandemia e soprattutto il primo lockdown che ha stravolto completamente la vita di tutti noi.

"Per me il primo mese di chiusura è stato davvero bellissimo” ha sottolineato a sorpresa il portiere della Juventus che ha messo in evidenza come quel periodo gli fosse servito per dedicarsi ai suoi, la famiglia e la vita quotidiana. Ovviamente non sono mancati i riferimenti anche agli obiettivi futuri del portiere bianconero che per il The Guardian potrebbe essere paragonato a Tom Brady capace di vincere il Super Bowl quest'anno alla sua stessa età.

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L'Italia era stato il primo Paese europeo colpito duramente dal Covid-19 e Buffon di certo non ha dimenticato quel momento in cui, appena un anno fa, la nostra vita stava radicalmente cambiando: "Devo essere onesto, per me il primo mese di chiusura è stato davvero bellissimo”, ha specificato l'estremo difensore bianconero, con un raro accenno di imbarazzo nella sua voce. “All'inizio la pandemia mi ha permesso di avere tempo da dedicare a me stesso. È qualcosa che non mi era successo in tutta la mia vita".

I momenti trascorsi insieme con la famiglia, anche per via della sua carriera da calciatore, non li viveva da tempo: "Potevo stare con mia moglie, i miei figli tutto il giorno e dedicarmi ai miei hobby, alla mia lettura, alle mie cose – ha detto all'interno dell'intervista – È stato un periodo bellissimo che non avrei mai pensato di fare, ne ho approfittato appieno e l'ho adorato. Poi, naturalmente, col passare del tempo, diventa pesante. Pensi sempre di più a quello che invece stavano passando gli altri".

Gigi Buffon smetterà a giugno del 2023

È molto probabile che Gigi Buffon possa pensare di smettere definitivamente con il calcio a giugno del 2023. Il portiere della Juventus ha definito la deadline della sua carriera: "Nella mia testa c'è davvero un ultimo segnale di stop, un limite massimo, che è giugno 2023 – ha specificato – Questo è il massimo, davvero, davvero il massimo. Ma potrei anche smettere di giocare tra quattro mesi". Il suo contratto con la Juventus scadrà a giugno del 2021 ma sarebbe impensabile e insensato che il club bianconero non voglia rinnovarlo.

Detto ciò, al The Guardian Buffon ha anche parlato con ammirevole apertura della sua depressione a circa 20 anni. "Un buco nell'anima" l'ha definito Buffon che nemmeno le vittorie calcistiche, il successo e la fama riusciva a colmare. "Penso che la cosa che ti permette davvero di stare bene è una felicità esistenziale – ha sottolineato – Sentire dentro di te che sei una persona felice per quello che hai fatto, per quello che fai, per quello che stai diventando… Quando leggo un libro o guardo un film e ne prendo qualcosa, mi sento meglio".

Oggi Buffon è il secondo portiere della Juventus alle spalle di Szczesny ma si sta godendo ugualmente il momento di giocare in una squadra che ad oggi è ancora in corsa per tutte le competizioni e che fa anche della sua esperienza una delle sue armi per impartire qualche consiglio ai più giovani. “Non avrei mai immaginato di giocare così a lungo – ha concluso nel corso della sua intervista – Ma queste sono storie bellissime, credo".

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