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Gianni Morandi è andato a consolare Leao dopo la sconfitta del Milan col Bologna: “Fa impressione”

Gianni Morandi svela di aver rifiutato di cantare l’inno prima della finale di Coppa Italia vinta dal Bologna sul Milan e racconta cosa si sono detti con Leao dopo il fischio finale.
A cura di Paolo Fiorenza
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Tra le decine di migliaia di tifosi del Bologna che mercoledì hanno festeggiato all'Olimpico la vittoria nella finale di Coppa Italia contro il Milan c'era anche Gianni Morandi, scatenatosi sul terreno di gioco a fine partita. L'80enne cantautore, tifosissimo del club felsineo, ha tuttavia dato prova di grande sportività nei confronti dei calciatori rossoneri, andandoli a cercare sul prato per dare loro conforto. In particolare, Morandi si è intrattenuto con Leao.

Gianni Morandi va da Leao alla fine di Milan-Bologna di Coppa Italia

"Cosa gli ho detto? Beh intanto che non me lo facevo così grosso. Da vicino fa impressione – racconta a ‘Repubblica' – Gli ho fatto i complimenti, gli ho detto che non possono vincere sempre, ho cercato di tirarli su. Leao è stato carino, mi ha detto che siamo stati bravi".

Leao a capo chino con al collo la medaglia dei finalisti sconfitti
Leao a capo chino con al collo la medaglia dei finalisti sconfitti

Morandi inizialmente non aveva previsto di seguire in trasferta il Bologna, di cui è stato presidente onorario dal 2010 al 2014: "Non volevo andare all'Olimpico, è vero. Ma poi hanno insistito… È che avevo paura del risultato, confesso. Mi spaventava l'idea di un viaggio di ritorno triste e malinconico come per i milanisti ieri notte. Ne ho incontrati tanti tornando a casa dopo la partita, mi sono fermato a quasi tutti gli autogrill proprio per assaporare la felicità dei nostri tifosi. E i rossoneri li consolavo, proprio come ho fatto anche in campo con Leao".

Gianni Morandi festeggia coi calciatori del Bologna sul prato dell'Olimpico
Gianni Morandi festeggia coi calciatori del Bologna sul prato dell'Olimpico

Morandi svela di aver rifiutato di cantare l'inno prima della finale

Poi a Roma Gianni invece ci è andato, celebrando dal vivo la terza Coppa Italia del Bologna, e spiega perché ha cambiato idea: "Tempo fa la Lega mi aveva invitato a cantare l'inno di Mameli prima della partita, ma non aveva senso a meno che non avessero trovato anche un milanista. Sennò mi sarei preso i fischi di mezzo stadio e poi alla fine magari anche della mia metà se avessimo perso. Però mi hanno invitato lo stesso, poi hanno chiamato per insistere e allora ho chiesto a Guido, il mio amico vicino di casa, ‘andiamo?'. Una spinta di qua e una di là mi sono deciso, per fortuna. L'anno prossimo mi hanno invitato a cantare se non ci sarà il Bologna in finale, ma preferisco ci sia. Ho pianto? È stata una grandissima emozione. Saputo rra commosso. Ha dato grande lustro alla città. Ha fatto bene all'immagine. Stiamo vivendo un'età dell'oro turistica. Adesso oltre che per le torri e i tortellini verranno anche per la Coppa Italia…".

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