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Gattuso commosso in diretta tv, dedica ai genitori: “Eravamo molto legati a mia sorella Francesca”

Gennaro Gattuso, nel post-partita di Napoli-Inter, si è commosso durante l’intervista ai microfoni della Rai, parlando della morte della sorella Francesca: “La dedico ai miei genitori, a mia sorella. Eravamo molto legati a lei e mi dispiace molto. Ringrazio i ragazzi per la gioia che mi hanno dato oggi”.
A cura di Redazione Sport
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Non era una serata come le altre, per Gennaro Gattuso. E non per l'importanza della partita o per il ritorno in campo dopo tre mesi di stop forzato. Per Ringhio questi tre mesi sono coincisi con un momento personale molto difficile: la perdita della sorella Francesca, morta dieci giorni fa. Evento che ha profondamente segnato l'allenatore, come logico che sia. Si era capito già dagli istanti successivi al minuto di silenzio osservato prima di Napoli-Inter: da quel bacio mandato verso in cielo, un dolce pensiero rivolto alla sorella. E ne è arrivata ulteriore conferma al termine della partita, quando Gattuso i è commosso nelle prime battute dell'intervista ai microfoni della Rai.

"Voglio ringraziare tutto il mondo del calcio, le persone che sono state vicine a me e la mia famiglia. È stata dura. La dedico ai miei genitori, a mia sorella. Eravamo molto legati a lei e mi dispiace molto. Ringrazio i ragazzi per la gioia che mi hanno dato oggi".

Sono stati 90 minuti di sofferenza, quelli contro l'Inter. Ma il Napoli ha centrato l'obiettivo:

"Il primo gol è da polli, non è un errore di Ospina ma di posizione della prima linea. Ma la squadra ha fatto bene, siamo ripartiti da dove avevamo finito 95 giorni fa. Dopo il gol di Mertens ci siamo liberati un po'. Non era facile, dopo 95 giorni. Ma rispetto per le migliaia di persone che ci hanno lasciato, è stata una roba devastante".

Il contratto e il possibile rinnovo sono stati un tema delle ultime settimane. La sua permanenza a Napoli è praticamente scontata, ma si cerca ancora l'accordo preciso sulla durata del contratto.

 "Voglio vivere quello che facendo con grande tranquillità. Non penso ai soldi, mi piace lavorare con persone che mi seguono e mi stimano. E qui ho trovato una società che mi dà la possibilità di allenare giocatore molto forti e voglio continuare qui. Uno, due, tre anni non lo so. Poi se mi si chiude la vena e sbrocco, mi conoscete, i contratti non valgono nulla".

Adesso sguardo rivolto a mercoledì 17 giugno: il giorno della finale di Coppa Italia contro la Juventus.

"Affrontiamo una squadra abituata a vincere, composta da grandissimi campioni, con una certa mentalità. Ma possiamo giocarcela. Servirà una grande partita per vincere".

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