Frank Haise racconta l’inferno di Nizza: “Alcuni tifosi avevano passamontagna e palle da bocce”

Gli sputi, i calci, le spinte. Non solo: nell'assalto vergognoso dei tifosi al Centro Sportivo del Nizza in cui hanno avuto la peggio due giocatori in particolare, Jérémie Boga e Terem Moffi, c'è stato il serio pericolo che la situazione degenerasse con conseguenze inimmaginabili. A confermarlo è stato il tecnico della squadra, Frank Haise che a caldo si è dimesso per poi tornare sui propri passi per creare un fronte comune con società e giocatori davanti a "fatti che nulla hanno a che vedere col mondo dello sport". Riportando la propria terribile testimonianza, per un agguato violento e preordinato: "Alcuni tifosi sono arrivati indossando passamontagna e portandosi delle palle da bocce: era per giocarci?".
Cos'è successo ai giocatori del Nizza: l'assalto premeditato e violento da parte dei propri tifosi
La crisi del Nizza ha scatenato la furia animale della frangia più estrema del suo tifo, con un gruppo di ultrà che ha deciso di assalire i giocatori per far sentire le proprie ragioni di dissenso di fronte alla sesta sconfitta consecutiva della squadra. Un agguato in piena regola che ha terrorizzato diversi calciatori, uno in particolare, Jérémie Boga, ex Sassuolo e Atalanta, rimasto sotto shock per quanto avvenuto. Cioè di tutto: calci, spinte, sputi, oltre alle immancabili offese, insulti e minacce. Un clima terrificante a tal punto che diversi giocatori hanno richiesto un "periodo di malattia" per restare al sicuro delle proprie dimore e superare il momento, mentre il tecnico Frank Haise aveva deciso di dimettersi come atto estremo di protesta per quanto successo.

La terribile testimonianza di Haise: "Passamontagna e palle da bocce, abbiamo rischiato la vita"
Lo stesso Frank Haise ha poi fatto dietrofront, ritornando sui propri passi e decidendo di restare al proprio posto: obiettivo fare fronte comune davanti al vile e incivile assalto, per difendere anche con la propria presenza e testimonianza quanto di grave accaduto e soprattutto il rischio che si è corso che tutto sarebbe potuto degenerare in peggio. "La mia decisione arriva dopo due giorni e mezzo di riflessione… Sono successe molte cose da domenica sera ad oggi. Quello che abbiamo vissuto è inaccettabile. È inaccettabile perché siamo stati messi in pericolo di vita e le cose sarebbero potute andare anche peggio" ha poi rimarcato a L'Equipe. "Cosa sarebbe successo se qualcuno avesse reagito? Alcuni si sono presentati indossando dei passamontagna e portandosi dietro delle palle da bocce… Era per giocare a bocce?"
Haise e la bordata alla dirigenza del Nizza: "Io resto a combattere fino all'ultimo, ma tutti si devono prendere le responsabilità"
La testimonianza di Haise va oltre perché quanto vissuto direttamente ha la necessità di essere denunciato senza filtri: "Quando sento dire che non è successo molto… sono balle: alcuni giocatori sono stati picchiati e i giocatori non si prendono 5 e 7 giorni di malattia per caso. Il direttore sportivo è stato picchiato, gli hanno sputato addosso; non ditemi che non è successo. Sì, ho considerato la possibilità di rescindere ma ora son qui determinato a combattere fino all'ultimo secondo. Io resto qui, al mio posto ma tutti si devono assumere la responsabilità: finora chi si è maggiormente esposto per denunciare che le cose non funzionano sono solo io".