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Fabio Cannavaro demolisce la Francia: “Mai stato confronto con l’Italia, non è mica il Brasile”

In un’intervista ai microfoni de L’Equipe Fabio Cannavaro ha voluto ristabilire le gerarchie in termini di rivalità tra la Nazionale azzurra e la Francia: “Non è un confronto possibile. Noi abbiamo vinto quattro mondiali e disputato sei finali. La rivalità al massimo può esistere con Germania e Brasile”
A cura di Marco Beltrami
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Il 3 luglio del 1998 la Francia regalava all'Italia una delusione fortissima con il successo ai rigori nella sfida valida per i quarti di finale dei Mondiali transalpini. Due anni dopo poi arrivò per gli azzurri la doccia fredda della rimonta incassata nella finale degli Europei. Vendetta rimandata al 2006 quando la Nazionale di Lippi riuscì prendersi la rivincita dal dischetto, con capitan Fabio Cannavaro che alzò al cielo a Berlino la Coppa del mondo. Proprio l'ex difensore, e attuale tecnico del Guangzhou, ha comunque voluto ristabilire le gerarchie in termini di rivalità per gli azzurri. La Francia a suo dire, non ha i "titoli" per essere paragonata all'Italia, al contrario ad esempio di Germania e Brasile.

Fabio Cannavaro scatenato ai microfoni de L'Equipe. Ai microfoni del quotidiano francese, l'ex Pallone d'Oro del 2006 non ha usato giri di parole in merito al confronto tra il "blasone" della Nazionale e quello della Francia: "Ma quale rivalità con la Francia! Non è un confronto possibile. Noi abbiamo vinto quattro mondiali e disputato sei finali. La rivalità al massimo può esistere con Germania e Brasile. Dite che il vostro bilancio negli ultimi 25 anni è migliore, ma voi guardate sempre le cose a vostro vantaggio, quando vi fa comodo".

Spesso e volentieri però negli ultimi anni Italia e Francia si sono ritrovate da avversarie. Nell'Europeo 2000 è andata bene ai Bleus, anche se Fabio Cannavaro ha definito quella sconfitta (con Wiltord che pareggio in extremis e Trezeguet che chiuse i conti con un gran gol), casuale: "Il gol di Wiltord fu il frutto di un episodio molto fortunato su un rinvio deviato da Iuliano e Trezeguet che io sfiorai appena e finì sui piedi di Wiltord. Il suo tiro passò tra le gambe di Nesta e sotto il braccio di Toldo: a volte il pallone deve entrare in porta e non c’è nulla da fare". La rivincita è poi arrivata a Berlino sei anni più tardi, quando fu proprio Trezeguet a sbagliare il rigore decisivo: "A volte vinci, a volte perdi. Abbiamo giocato sei finali mondiali, ne siamo abituati, e sappiamo bene che le finali si possono vincere o perdere. Volevamo vincere a tutti i costi, e le finali di solito le perdiamo contro il Brasile. La Francia è una buona squadra, ma non è mica il Brasile…”.

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