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È morto Salvatore Giglio, lo storico fotografo della Juve aveva 77 anni: suo l’iconico scatto di Platini

Si è spento a 77 anni Salvatore Giglio, fotografo ufficiale della Juventus per 25 anni. Celebre per l’iconico scatto di Platini a Tokyo nel 1985, è stato l’unico italiano tra i migliori 14 fotografi scelti dalla UEFA.
A cura di Michele Mazzeo
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Il calcio italiano dice addio a Salvatore Giglio, per oltre venticinque anni fotografo ufficiale della Juventus e testimone privilegiato dei successi bianconeri. Si è spento a 77 anni, dopo una lunga malattia. Nato a Palermo nel 1947 e trasferitosi a Torino nel 1959, ha raccontato con la macchina fotografica mezzo secolo di calcio e i suoi protagonisti, entrando di diritto nella memoria collettiva del tifo juventino.

Giglio è stato molto più di un fotografo: è stato l'occhio discreto ma instancabile che ha documentato le vittorie, i campioni e anche i momenti più drammatici della storia del club torinese. Nel 1998 raggiunse un primato mai visto: 1.000 partite ufficiali consecutive al seguito della Juve, un record celebrato nel mondo del fotogiornalismo sportivo. Nel 2009, la UEFA lo ha inserito nella prestigiosa lista dei 14 "World's Best Soccer Photographers", unico italiano ad essere incluso.

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L'autore dello scatto più iconico di Michel Platini

Tra i suoi oltre due milioni di scatti archiviati, uno è diventato immortale: Michel Platini sdraiato a terra a Tokyo, nella finale della Coppa Intercontinentale del 1985, dopo l'annullamento di un gol che aveva del clamoroso. Stop di petto, sombrero al difensore e sinistro al volo in rete: tutto inutile per l'arbitro Roth, che lo cancellò. Giglio immortalò la protesta del numero 10, steso su un fianco, la testa sorretta dalla mano sinistra. Uno scatto che sintetizza l'eleganza, la rabbia e la storia di un'epoca.

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Dalla Juventus al mondo: una carriera internazionale

Giglio ha seguito sette Mondiali e nove Europei, oltre a collaborare con testate internazionali come France Football, Sports Illustrated, World Soccer Digest e persino National Geographic. Il suo nome è legato in modo indissolubile alla Juventus, ma il suo lavoro ha raccontato anche volti, emozioni e dolori del calcio globale: fu anche presente quella tragica sera dell'Heysel, nel 1985.

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Un legame speciale con Del Piero

Il fotografo siciliano aveva instaurato nel tempo rapporti personali con molte leggende bianconere, tra cui spiccava Alessandro Del Piero, che più volte ha riconosciuto l'importanza del suo sguardo nel costruire la narrazione visiva della propria carriera. "Ricordate la foto di Michel Platini disteso sul prato di Tokyo? E quella di Boniperti, Umberto e Gianni Agnelli sulla panchina dove è nata la Juventus? Entrambe portano la sua firma", si legge nei tanti messaggi di cordoglio circolati nelle ultime ore.

Anche dopo la fine del rapporto ufficiale con la Juventus, Giglio non ha mai smesso di seguire il club come freelance, continuando a coltivare la memoria storica bianconera attraverso progetti editoriali e iniziative personali.

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Un archivio sterminato, una testimonianza unica

Il suo archivio fotografico, con oltre 2 milioni di immagini, custodisce i volti di tutti i giocatori che hanno indossato la maglia della Juventus dal 1897 a oggi. È una banca visiva senza eguali, che rappresenta un patrimonio storico per il club e per tutto il calcio italiano.

Con la scomparsa di Salvatore Giglio se ne va un pezzo di storia della Juventus, ma anche una delle figure più autorevoli del fotogiornalismo sportivo italiano. Lascia immagini indelebili, memoria viva di un calcio che – senza il suo obiettivo – sarebbe stato raccontato con meno forza.

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