Di Natale e il rifiuto alla Juve: “Pres, io non ci voglio andare”. Cosa gli rispose Pozzo

Totò Di Natale a 47 anni ha appena intrapreso una nuova avventura, assumendo il ruolo di club manager della Scafatese (squadra campana militante in Serie D), dopo aver provato la carriera di tecnico lavorando come collaboratore e poi allenatore delle giovanili allo Spezia, e successivamente sedendosi sulla panchina della Carrarese. Intervistato da Luca Toni su ‘Prime Video', l'attaccante napoletano torna sul suo famoso rifiuto alla Juventus, raccontando come andarono davvero le cose. Fu lui e solo lui a dire seccamente no al trasferimento in bianconero, quando era praticamente tutto fatto tra i club: il tempo di pensarci solo qualche ora.

Di Natale racconta il rifiuto alla Juve: "A fine allenamento trovai più di 100 chiamate del mio procuratore"
Era agosto del 2010, Di Natale aveva 33 anni e aveva appena vinto il titolo di capocannoniere della Serie A con la maglia dell'Udinese, titolo che avrebbe bissato l'anno dopo, ma non con la maglia della Juve… "Era l'anno che avevo fatto 29 gol – racconta oggi Totò – Luca, sono sincero, io volevo rimanere a Udine per 5 anni, avevo fatto il contratto l'anno prima. Finisce l'allenamento, vado a vedere il telefono. Avevo più di 100 chiamate del mio procuratore. Quando vado a vedere, lo chiamo e gli dico: ‘Che è successo?'. Dice: ‘Guarda che io sono andato a Torino con la Juve, perché hanno venduto Diego (Ribas da Cunha, ndr) e Gino (Pozzo, ndr) mi ha dato l'ok‘. Gli dico: ‘Guarda, ma io non ti do l'ok, aspetta un attimo, perché prima devo capire anche quello che devo fare'".
L'incontro con Pozzo: "Pres, io non ci voglio andare". Il Liverpool è l'unico rimpianto
Di Natale ci ha messo poco a capire cosa doveva fare, visto che il giorno dopo aveva le idee molto chiare nell'incontro con Pozzo: "Avendo un rapporto con la città e col presidente, il giorno dopo sono andato a parlare con lui e gli ho detto: ‘Guarda pres, io non ci voglio andare, poi se voi come società mi mandate via…'. Il presidente disse subito: ‘No, no, finiamola qui'. E sono rimasto volentieri a Udine. Rimpianti per non essere andato in una big? L'unica squadra che ci ho pensato quasi un mese è stata il Liverpool, quando hanno preso Dossena (2008, ndr). Mi piaceva l'ambiente, mi piaceva tutto, mi piaceva lo stadio, sono andato anche a vederlo. È l’unica società che mi ha fatto vacillare".