Del Piero mette da parte il cuore, dice la cruda verità su Tudor e la Juve: una sfilza di difetti

Alessandro Del Piero ha assistito a Juventus–Milan dallo studio di Sky, il giudizio che dà sulla prestazione dei bianconeri e sul modo in cui Tudor ha inquadrato (o vorrebbe farlo…) la squadra è estremamente reale, crudo. Pinturicchio mette da parte il cuore e nell'intervento che propone al Club dopo il posticipo fa un elenco di difetti, errori tattici e tecnici, considerazioni che scaturiscono da un'analisi molto lucida di quel che ha visto.
"La Juve ha fatto 5 pareggi di fila, molti arrivati in modo rocambolesco, ma anche la vittoria con l'Inter è arrivata in modo rocambolesco". La prima riflessione fa già capire qual è il senso dell'intervento: alla squadra manca solidità e personalità che per anni hanno caratterizzato l'identità della ‘vecchia signora' e adesso, invece, s'è smarrito. In buona sostanza, non si capisce cosa è questa Juventus perché forse nemmeno lo stesso allenatore ha un'idea precisa, soprattutto quando il discorso scivola sull'attacco.

"Chi è più adatto a giocare là davanti nella Juventus? Non c’è un giocatore adatto in questo momento". Altro giudizio tranciato di netto che si fa anche più severo quando prosegue nel ragionamento. "È una coperta corta. Dai fiducia a tutti, li tieni dentro, ma così perdi continuità e identità. Oggi gli undici titolari veri non ci sono e in attacco Tudor non ha ancora le idee chiare. Oltretutto di palle gol agli attaccanti ne arrivano poche".
Sulla stessa lunghezza d'onda c'è Paolo Di Canio che è anche più duro nel fare una valutazione sulla squadra. "La Juve non può puntare al titolo. Nella rosa non c'è velocità di pensiero e realizzazione, né qualità. Manca il Modric. La manovra latita e se Yildiz si inceppa è difficile. Conceiçao porta troppo palla. Manca la qualità negli inserimenti degli esterni. Questi giocatori sono normalissimi per i livelli alti. David e Openda sono giocatori normalissimi per i livelli importanti. E le punte stanno faticando".

E Tudor, cosa dice? Mette subito un punto fermo. Il cuore per vincere non basta. Soprattutto se ambisci a tenere l'asticella alta. "Si può vincere magari anche col cuore, ma si deve avere tutto – le parole a DAZN -. Quella contro il Milan è stata una partita come ce l'aspettavamo, una partita difficile contro una squadra forte, un punto, alla fine lo prendiamo… volevamo vincere, abbiamo creato qualcosa, qualcosa hanno creato loro, tutto sommato un pareggio è reale". Più chiaro di così? O no.