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De Laurentiis traccia il ridimensionamento del Napoli: “Nessuno è incedibile, il budget va rivisto”

Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha fatto capire in una lunga conferenza stampa che dovrà essere rivisto il budget del club partenopeo e ha detto chiaramente che nessun calciatore in questo momento è incedibile. Il Napoli deve far quadrare i conti e per questo almeno un big potrebbe partire in questo calciomercato.
A cura di Alessio Morra
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In una conferenza stampa fiume il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha toccato tantissimi argomenti: dal match dell'ultima giornata Napoli-Verona a Gattuso fino al futuro di Insigne e al Napoli del nuovo tecnico Spalletti. Ma soprattutto il proprietario del club partenopeo ha detto che nessun calciatore è incedibile e il budget della sua società va rivisto:

Non bisogna dimenticare il lato economico né quello finanziario. C'è chi fattura molto più di me e che da due anni non mi paga. L'esperienza del cinema mi ha aiutato tanto. Venivo considerato una perla nel mondo del calcio perché io pagavo un giorno prima della scadenza. Per il Napoli si può dire che il budget va rivisto altrimenti il club fallisce. Bisogna assolutamente tagliare le spese eccessive. Se tu in partenza sai che il film costa dieci volte in più di quanto dovrebbe costare sai che sarà fallimentare. Come mai i miei colleghi hanno i bilanci in rosso. Ma parliamo di perdite che non è detto facciano sanare i bilanci precedenti. 

Il Napoli venderà almeno un big

Partirà sicuramente un big, sarà particolare questa sessione di calciomercato dei partenopei. Il presidente De Laurentiis è stato molto chiaro e ha detto chiaramente che bisogna far quadrare i conti del Napoli:

Non basterà vendere un giocatore, ma toccherà vendere quei giocatori che hanno visto aumentare a dismisura il loro ingaggio. Purtroppo il Covid ci ha giocato un brutto scherzo, quello di avere fiducia nelle autorità, da bravi cittadini e perché prima di Draghi, ma anche in Europa, tutti quanti sono andati così a casaccio e allora noi tutti pensavamo che potesse finire prima di quanto non è finita.

Io sono un'entusiasta, sono sempre su di giri, mi devo calmare ogni tanto, io sono capace di uscire di qua e di inventarmi una nuova società. Qual è l'errore? Quello di farsi prendere dall'entusiasmo. Io un paio di acquisti non li avrei dovuti fare. Avrei dovuto dire: ‘Aurè calma e sangue freddo. C'è il Covid, congeliamo tutto e sopravviviamo' e invece da ultra ottimista quale sono, ho investito troppi soldi, dall'altra parte mi dicevano: ‘hai un contratto di cinque anni ma non lo possiamo rispettare'. Tu in quel momento fai un gran respiro e non ti incazzi, soffri e vai avanti. Io sono un guerriero cavalleresco, sono uno da battaglia. Il Napoli deve tornare in Champions, ma è prioritario è far quadrare i conti.

Le parole di De Laurentiis su Spalletti e su Insigne

Il presidente ha confermato l'ottimo rapporto che lo lega a Spalletti, che già in passato sarebbe potuto diventare l'allenatore del Napoli. Ma ha parlato anche del futuro di Lorenzo Insigne che dopo gli Europei discuterà il rinnovo con il club partenopeo:

Spalletti è sempre stato un mio pallino, prima di tornare alla Roma e lavora in Russia lo incontrai perché volevo prenderlo, lui venne da me, ci parlammo ma non poteva muoversi. Virammo su Benitez o Sarri. Lui sa allenare le squadre molto bene, saper gestire delle situazioni complicate sia all'Inter che alla Roma non è stato facile e se l'è cavata bene. Noi con Insigne non ci siamo proprio visti tra la fine del campionato e il ritiro con la Nazionale e gli Europei, non volendo ‘scasinare' la situazione. Dopo gli Europei ci incontriamo e poi sarà quel che sarà.

La riunione con i calciatori del Napoli, Benitez e l'ombra di Spalletti su Gattuso

Non nega i contatti avuti con Spalletti lo scorso gennaio, ma spiega che De Laurentiis che chiamò il tecnico toscano perché Gattuso aveva avuto dei problemi di saluti e per questo voleva cautelarsi.

La sera di Napoli-Verona sono rimasto bloccato del traffico perché non sapevo ci fossero i tifosi. Ah, no. Parli dell'andata. Visto che il mister non era in forma perfetta e io non volevo creare problemi a tifosi e squadra ho stabilito il silenzio stampa. Io ho convocato una riunione in albergo, c'erano il nostro a.d., il medico sociale, l'addetto stampa e tutta la squadra. Lì nella riunione al Britannique ho detto alla squadra che avrei pagato lo stipendio a tutti loro e che il tecnico sarebbe rimasto. Ma a un certo punto mi sono dovuto preoccupare e ho pensato a cosa fare se la situazione precipitava e ho chiamato Spalletti, che mi ha dato la sua disponibilità. Benitez? Ma io mi sento con lui ogni quattro o cinque mesi. Quello mi piacque di lui è che era molto inglese nel piano dell'organizzazione. La prima volta che parlammo di giocatori mi fece una lista e io gli disse: ‘Qui ci vogliono 300 milioni'. Non si scompose e mi propose una seconda lista, ma io gli dissi che era troppo cara e mi presentò una terza lista che è quella effettiva.  

La mission di Gattuso

Il presidente ha parlato anche del percorso di Gattuso, che a un certo punto è stato a un passo dal prolungamento del contratto, ma poi tutto è saltato:

Gattuso era stato preso per tamponare l'uscita di scena di Ancelotti. Anche se avesse vinto il campionato la sua ‘mission' a Napoli si sarebbe conclusa. Quando il precedente campionato è finito ad agosto non c'era il tempo per cambiare. Il suo rinnovo? Mendes è un amico, ed è il procuratore di Gattuso, mangiamo a cena assieme. Ci siamo fermati perché due righe ne sono diventate ventisette di troppo.

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