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De Laurentiis cita Spalletti e dà un pugno sul tavolo, si è sentito tradito: “Non ci volevo credere”

La separazione tra il Napoli e Spalletti è stata travagliata e a qualche mese di distanza De Laurentiis ne ha parlato senza nascondersi: “L’amicizia è una cosa, un’altra i contratti”
A cura di Ada Cotugno
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Aurelio De Laurentiis vuota il sacco e racconta tutto ciò che è accaduto prima della separazione con Luciano Spalletti. Il presidente del Napoli è un fiume in piena nel corso della conferenza stampa speciale indetta a Castelvolturno per far calare i veli e parlare faccia a faccia di tutto ciò che è accaduto dopo la vittoria dello Scudetto. Dall'arrivo di Garcia al nuovo cento sportivo è impensabile tralasciare l'argomento Spalletti, centrale in tutta la discussione.

Tutto è nato dopo la pec mandata all'allenatore, in cui comunicava unilateralmente il prolungamento del contratto come previsto dall'opzione. Una mossa che ha scatenato tutti i malcontenti e che ha rappresentato l'inizio della fine del ciclo: "Il 21 aprile, per tirare su anche il morale di Spalletti dopo le tre partite col Milan, per dimostrargli che nonostante il calo io fossi con lui, gli mandai giuridicamente l'opzione via pec. Molti dicono ‘Ma come? manda la pec', l'amicizia è una cosa, un'altra i contratti. Gli mandai la pec, mai avrei creduto che nella cena del 12 maggio Spalletti ci comunicasse un anno sabbatico per tornare a fare il contadino e coltivare la terra".

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L'argomento fa infervorare De Laurentiis che si è sentito tradito da Spalletti nel corso di quella cena. Non avrebbe mai immaginato un suo rifiuto, soprattutto perché l'opzione del rinnovo era prevista dall'accordo che avevano firmato. Il presidente del Napoli batte il pugno sul tavolo mentre ripensa a ciò che è accaduto e riflette sulle azioni che avrebbe potuto intraprendere: "Accuso me stesso perché il mio errore era far valere l'opzione, Spalletti doveva restare, poi si andava allo scontro frontale, ci sarebbe stata una causa, ma intanto dovevo tenere il punto fermo, ma se dici di amare così tanto non penso non avresti allenato. Sbagliai ad accettare per riconoscenza per lo Scudetto".

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Tra le sue parole traspare anche un grande sospetto nei confronti di Gravina. Il tecnico toscano qualche mese dopo si è seduto sulla panchina della Nazionale, una situazione che ha fatto vedere la situazione con occhi completamente diversi: "Tra avvocati e consulti venne anche il dubbio che Gravina l'avesse già contattato, ma i dubbi son dubbi senza prove".

Poi il numero uno dei partenopei specifica ciò che è realmente accaduto, prendendosi tutte le colpe per la situazione. Il contratto di Spalletti era simile a quello che Benitez aveva firmato a suo tempo: "Mi sono assunto tutte le colpe però avevo fatto bene il contratto a Spalletti, lo stesso di Benitez, e quando ho esercitato l'opzione, e nel mondo del calcio questa opzione giuridica non è capita. Molti pensano sia bilaterale, ma è unilaterale. Quell'opzione è un valore, puoi rifiutare di darla oppure concederla, e l'opzione sia con Benitez che con Spalletti prevedeva un altro ulteriore anno. Io entro un termine predeterminato ho il diritto di esercitarla con una comunicazione scritta. Lì non esiste la carineria, ma è una situazione giuridica"

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