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Da Nakata a Gheddafi, gli “affari” di calciomercato di Luciano Gaucci

Luciano Gaucci è morto, aveva 81 anni, per tredici stagioni è stato il presidente del Perugia, che portò dalla Serie C alla Coppa Uefa. Scoprì dei grandi talenti, come Grosso e Materazzi, e portò in Italia il giapponese Hidetoshi Nakata e Saadi Gheddafi, figlio dell’allora dittatore della Libia, che giocò anche una partita in Serie A contro la Juventus.
A cura di Alessio Morra
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A 81 anni è morto Luciano Gaucci il suo nome è legato soprattutto al Perugia, club di cui è stato presidente per oltre un decennio. Il club umbro con lui visse degli anni meravigliosi, ritornò prima in Serie B, poi in Serie A e giocò anche la Coppa Uefa nella stagione 2003-2004. Gaucci era un presidente d'altri tempi, non si faceva tanti scrupoli nell'esonerare i propri allenatori ed era lungimirante, sono tantissimi infatti i giocatori che ha scoperto, l'elenco è lungo e include Grosso, Materazzi (due campioni del mondo) e Liverani.

I colpi Nakata, Gheddafi e Ahn

Gaucci aveva l'occhio lungo, non a caso guadagnò tantissimo con il suo mitico cavallo ‘Tony Bin', acquistato per 12 milioni di lire e che produsse guadagni per 10 miliardi di vecchie lire (7 per i guadagni e 3 per la vendita). Gaucci è stato uno dei primi a capire che bisognava allargare il raggio, bisognava essere il più internazionali possibili e ha comprato calciatori provenienti da ogni angolo del mondo dall'australiano Kalac al coreano Ahn, che mandò via il giorno dopo l'eliminazione dell'Italia al Mondiale del 2002, dal nipponico Nakata all'iraniano Rezaei fino all'ecuadoriano Kaviedes e a Gheddafi, il figlio dell'ex dittatore libico che giocò anche in Serie A.

Hidetoshi Nakata con la maglia del Perugia.
Hidetoshi Nakata con la maglia del Perugia.

Quando il Perugia prese Gheddafi

Saadi Gheddafi, il figlio del colonnello che per oltre quarant'anni ha governato in Libia, sul finire del giugno 2003 arrivò a Torre Alfina, nel Castello medievale della famiglia Gaucci, si presentò con 30 guardie del corpo e firmò il contratto nel corso di una grande festa con 500 invitati, inclusi sindaco, questore e notabili della città e anche esponenti del Vaticano. Gheddafi junior era proprietario della Tamoil, possedeva il 7% della Juve e il 33% della Triestina, era un ragazzo ricco e potente, si presentò dicendo che gli sarebbe piaciuto giocare da trequartista dietro le punte. Pochi mesi dopo verrà trovato positivo in un controllo antidoping, fu squalificato per tre mesi, tornò in tempo per giocare una partita, proprio contro la ‘sua' Juve che a Perugia fu sconfitta 1-0, quel successo non bastò al Perugia che retrocesse, Gaucci andò via, cercò di prendere il Napoli, ma non ci riuscì, Gheddafi invece giocò anche con Udinese e Sampdoria prima di tornare in patria.

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