Costacurta dà del traditore ad Acerbi: “Doveva giocare e poi mandare a quel paese Spalletti”

Il gran rifiuto opposto da Francesco Acerbi alla convocazione dell'Italia nell'immediata vigilia del match poi disastrosamente perso dagli azzurri in casa della Norvegia, con la ulteriore conseguenza dell'esonero di Luciano Spalletti dopo la successiva partita con la Moldova, non va ancora giù a Billy Costacurta, che arriva a dare del traditore al 37enne difensore dell'Inter, che sicuramente ha chiuso la sua pagina in azzurro anche con la gestione di Rino Gattuso, uno molto attento ad attaccamento ai colori e compattezza dello spogliatoio.
L'attacco di Costacurta ad Acerbi: "Il suo rifiuto all'Italia è inaccettabile"
"Per noi l'Italia era unica, oggi non è così. C'è ancora chi ci mette l'anima, però alcuni rifiuti non li ho proprio digeriti – spiega il 59enne ex pilastro del Milan dei trionfi, oggi apprezzato opinionista su ‘Sky Sport' – Mi riferisco in particolare ad Acerbi. Ce l'aveva con Spalletti ma doveva andare in Nazionale, giocare e poi mandarlo a quel paese il giorno dopo. Luciano al suo posto è stato costretto a mettere in campo un esordiente. Per orgoglio Acerbi ha tradito i tifosi azzurri e i suoi compagni che avevano bisogno di lui. Non si fa con la Nazionale, è inaccettabile".

Ben altre parole ha Costacurta per il suo leggendario capitano in rossonero, Franco Baresi, che nei giorni scorsi è stato sottoposto a un'operazione per la rimozione di un nodulo polmonare, individuato durante controlli medici di routine, e ora sotto terapia di consolidamento a base di immunoterapia consigliata da un oncologo. "Faccio fatica a parlarne – risponde Billy a ‘Repubblica' – Franco è stato il mio fratello maggiore, la mia guida. Per lui è un momento difficile, che da quanto so sta superando. Siamo simili, se vivessi la sua situazione preferirei non ci fosse clamore attorno a me. Da lui ho imparato anche questo".
Quanto al suo attuale lavoro in TV, Costacurta spiega com'è cambiato negli anni il ruolo di opinionista: "Oggi funzioni se sei divisivo, sembra un obbligo schierarsi in partiti: giochisti, risultatisti e altro ancora. Io cerco sempre di essere libero ed equilibrato. Mi attaccano perché critico il Milan, ma lo faccio perché lo amo. Alcuni tifosi milanisti pensano che parli per partito preso, non è così. Quando do un'opinione lo faccio per stimolare una reazione. Se dico qualcosa di negativo su Leao non è che lo faccio perché gioca al Milan. Con Rafa è come quando parlo con mio figlio Achille, a volte anche con mia moglie Martina: espongo il mio punto di vista per suscitare un cambiamento. Le critiche social? Non le leggo neanche".