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Cos’è il “Social Media Boycott”: il significato della protesta di Premier League, FIGC e UEFA

Dopo l’iniziativa dei club inglesi, la campagna “Social Media Boycott” ha visto l’adesione prima di UEFA e FIGC, di Hamilton e di tante altre associazioni e organi di informazione. Di cosa si tratta? È una campagna di sensibilizzazione contro tutti i tipi di offese e discriminazioni che vengono perpetrate sui social network e vedrà il boicottaggio social da parte di tante federazioni e associazioni. Partita dalle società oltre la Manica, ha trovato due alleati importanti come l’organismo che governa il calcio europeo e la federcalcio italiana.
A cura di Vito Lamorte
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Il calcio impegnato contro gli abusi e le violenze online. Dopo i club inglesi anche la FIGC e la UEFA hanno deciso di intraprendere lo stesso tipo di iniziativa. Quella del "Social Media Boycott" sta diventando una protesta vera e propria battaglia contro tutti i tipi di offese e discriminazioni che vengono perpetrate sui social network. La Federazione Italiana Gioco Calcio ha aderito a questa campagna: "La FIGC scende in campo contro gli abusi on line a tutti i protagonisti del mondo del calcio. Il messaggio forte contro ogni forma di discriminazione lanciato dall’Inghilterra è stato prontamente raccolto dalla UEFA e dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio, che ha deciso di interrompere la propria attività sui social media dalle ore 15 di domani, venerdì 30 aprile, alle 23.59 di lunedì 3 maggio. La campagna mira a sollevare un tema di responsabilità collettiva da affrontare in collaborazione con le istituzioni politiche europee e con i gestori delle piattaforme di social network più diffusi e influenti in tutto il pianeta.".

Poco prima era arrivata la nota dell'ente che governa il calcio in Europa sulla sua iniziativa: "L'UEFA si unirà all'iniziativa presa dal calcio inglese rimanendo in silenzio sulle sue piattaforme social questo fine settimana. L'obiettivo del boicottaggio è dimostrare solidarietà nella lotta contro gli abusi online. Stop dalle ore 16:00 di venerdì alle 23:59 di lunedì". In merito a questa iniziativa il presidente dell'UEFA, Aleksander Čeferin, ha dichiarato: "Permettere che una cultura dell'odio cresca impunemente è pericoloso, molto pericoloso, non solo per il calcio, ma per la società nel suo complesso".

Dopo l'adesione alla campagna da parte di UEFA e FIGC, nelle scorse ore sono stati tanti che hanno teso la mano a questa iniziativa: da Lewis Hamilton a tanti organi di informazione, passando per tante associazioni sportive inglesi, italiane e del resto d'Europa; questo progetto ha visto molti unirsi per combattere le discriminazioni in rete.

Perché Figc, Uefa e Premier boicottano i social

Dove nasce e quali sono i motivi di questa iniziativa? I club della Premier League, English Football League, Women's Super League e Women's Championship, insieme agli organi di governo del calcio britannico e alle organizzazioni come Kick It Out, non utilizzeranno i loro account Facebook, Twitter e Instagram dal 30 aprile al 1 maggio per tentare di combattere gli abusi e le discriminazioni online. Diversi club avevano mostrato la loro delusione nelle scorse settimane per l'atteggiamento tenuto da alcuni utenti nei confronti dei loro giocatori e così è arrivata una dichiarazione congiunta, in cui hanno affermato che il boicottaggio vuole provare a "sottolineare che le aziende proprietarie devono fare di più per sradicare l'odio online".

Il governo del Regno Unito ha già minacciato le multinazionali con "multe salatissime" se non riescono a contrastare gli abusi sulle loro piattaforme: nelle scorse settimane Facebook ha dichiarato di aver intrapreso da febbraio misure più severe per affrontare questo problema e lo stesso ha fatto Instagram, che ha il medesimo proprietario; annunciando uno strumento per consentire agli utenti di filtrare automaticamente i messaggi offensivi da quelli che non seguono sulla piattaforma.

La campagna #StopOnlineAbuse in Europa

Un portavoce di Facebook ha commentato così l'iniziativa #StopOnlineAbuse:

Nessuno dovrebbe subire maltrattamenti, da nessuna parte, ed è contro le nostre linee guida molestare o discriminare le persone su Instagram e Facebook. In accordo con la comunità calcistica, e sulla base di molti dei loro suggerimenti, abbiamo già fatto progressi, come prendere provvedimenti più severi nei confronti di chi viola le nostre regole nei messaggi diretti. Dopo esserci confrontati con atleti ed esperti di discriminazione, abbiamo annunciato di recente che presto forniremo nuovi strumenti per impedire alle persone di vedere messaggi offensivi inviati loro da sconosciuti. Cooperiamo con le forze dell'ordine in materia di contenuti che incitano all'odio e rispondiamo a valide richieste legali di informazioni, essenziali per le indagini. Continueremo ad ascoltare i feedback e a combattere l'odio e il razzismo sulla nostra piattaforma.

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