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Mondiali in Qatar 2022

Cosa è successo a Mario Ferri dopo l’invasione in Qatar: “Finisco in una stanza e spunta Infantino”

Mario Ferri è il tifoso che nella serata di ieri ha fatto irruzione sul terreno di gioco del Lusail Stadium in occasione di Portogallo- Uruguay. Ai microfoni di Fanpage, l’invasore italiano ha raccontato l’incontro con Infantino avuto dopo il suo fermo.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Mario Ferri, meglio noto come "Il Falco", è il tifoso che nella serata di ieri ha fatto invasione di campo sul terreno di gioco del Lusail Stadium dove si stava giocando la sfida tra Portogallo e Uruguay valida per il secondo turno della fase a gironi dei Mondiali 2022 in Qatar. Gara vinta dalla nazionale di Cristiano Ronaldo per 2-0 e che ha consentito ai lusitani di accedere matematicamente agli ottavi di finale. Nessuno però si sarebbe aspettato che in una cornice di pubblico così importante, in una gara fondamentale per questi Mondiali, anche l'Italia sarebbe stata menzionata a fine gara. Già, perché Mario Ferri, abruzzese doc, precisamente di Pescara, da anni lo abbiamo conosciuto per via delle sue incursioni sui rettangoli verdi d'Italia, d'Europa e del mondo.

Poteva mancare il Qatar? Neanche per sogno. Ecco perché "Il Falco" è comparso improvvisamente sul terreno di gioco interrompendo la partita e spuntando all'insaputa di tutti alle spalle della panchina del Portogallo. Intervistato da Fanpage.it, Mario Ferri ha parlato di quei momenti concitati che si sono verificati soprattutto dopo il suo fermo da parte degli uomini della sicurezza. Era entrato in campo mostrando la bandiera arcobaleno, diventata simbolo di questi Mondiali per via del suo significato in difesa della comunità Lgbtq+, bandito dal Mondiale in Qatar. Ferri indossava la sua maglia tipica: blu con il simbolo di Superman, diventato ormai un segno distintivo. Davanti compariva un messaggio: “Save Ukraine” e sulla schiena "Respect for the iranian woman". 

Ha sfruttato un varco che si era creato in tribuna per poi entrare in campo e mostrare a tutti il suo messaggio: "Ci sono parecchi controlli, io che ci sono riuscito e secondo me sono nato fortunato perché era impossibile – ha spiegato – Si era aperto un piccolo varco sulla panchina del Portogallo, ho fatto qualcosa di folle volando sulla loro panchina prima di andare giù". Inspiegabile come sia stato possibile poter entrare con la bandiera arcobaleno per via di quei colori banditi dal Mondiale in ogni sua forma: "La bandiera ce l'avevo nelle mutande – ha spiegato nel dettaglio – l'ho messa arrotolata e sistemata e li ho fregati. Io sono arrivato intorno al 30′ e forse mi hanno controllato malissimo".

Già dopo il suo ingresso in campo e il successivo placcaggio di due uomini della sicurezza, si era capito che "Il Falco" l'aveva fatta grossa. E la preoccupazione era tanto, soprattutto per cosa gli sarebbe accaduto dopo: "Mi hanno portato nella sala della polizia fino a fine partita e ho parlato con gli addetti alla sicurezza – ha aggiunto ancora – Qui c'è la polizia e poi degli alti funzionari che ti dicono subito cosa ti succede. A un certo punto però mi entra Gianni Infantino (presidente della FIFA ndr)".

Il momento dell'invasione di campo.
Il momento dell'invasione di campo.

Ferri non può credere ai suoi occhi: "Ho detto: ‘Minchia che ho combinato'". Infantino lo guarda e inizia a parlargli: "‘Dopo 12 anni ci rivediamo' mi ha detto quando è venuto a parlarmi. L'avevo visto al Mondiale quando ho fatto invasione nel 2010 quando ancora non era Presidente. ‘Io mi ricordo di te e tu non di me'". Il presidente della FIFA prova a scherzare con lui: "In questi 12 anni non ti sei riuscito a trovare una fidanzata – spiega Ferri raccontando il dialogo con Infantino – Mi ha detto che l'ho fatta grossa questa volta: ‘Questi stanno incazzati'". Ferri non può far altro che scusarsi: "Mi sono scusato con lui perché era un messaggio a cui ci tenevo tanto – spiega – Gli ho detto che era come guardia e ladri, loro 20mila guardie contro di me e ho vinto io".

Infantino a quel punto non si trattiene: "Si è messo a ridere e allora mi dice: ‘Guarda ho una mezza idea per darti una mano, vediamo che succede altrimenti devo chiamare l'ambasciatore'. Va a parlare con loro, torna e mi dice che molto probabilmente non mi avrebbero fatto niente e io ho captato che loro hanno preso questa decisione per non cadere nelle polemiche". Mario Ferri spiega il suo intento: "Io ho mandato solo un messaggio di pace e se mi avessero arrestato, si sarebbe andato a creare un caso diplomatico che poteva rovinargli il Mondiale".

Nessun particolare pensiero in quel momento, solo un normale timore: "In quel momento pensavo a un arresto, e che qualcuno doveva mediare per me ma avevo brutte sensazioni – aggiunge – Quando ho visto Infantino che quasi mi ha detto ‘sei un c****one' mi sono sentito più tranquillo. Mai pensato che potesse essere Infantino colui che mi avrebbe salvato dato che avevo manifestato che FIFA aveva bandito". Nulla però riesce a fermare "Il Falco" nonostante il provvedimento subito: "Sanzione? Non vedere più le partite qui ma invece stasera vado a Stati Uniti-Iran…"

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