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Cosa c’è di vero nella storia della Coppa UEFA del Parma usata come portaombrelli in un ufficio

Nelle ultime ore è diventata virale su Twitter la foto surreale di una Coppa Uefa, indicata come quella vinta dal Parma nel 1995, utilizzata come portaombrelli in un ufficio. Ma le cose non stanno davvero così.
A cura di Maurizio De Santis
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La Coppa Uefa del Parma usata come portaombrelli, la foto divenuta virale su Twitter.
La Coppa Uefa del Parma usata come portaombrelli, la foto divenuta virale su Twitter.

La Coppa Uefa conquistata dal Parma nella stagione 1994-1995 trasformata in portaombrelli da ufficio. La foto condivisa su Twitter è divenuta virale perché l'impatto che dà la riproduzione del trofeo ha alimentato curiosità e ridda di commenti sulla veridicità o meno della notizia. Possibile che un cimelio così importante abbia fatto quella fine? La struttura del premio è molto simile alla replica a grandezza naturale che la Federazione continentale, proprietaria dell'originale, concede al club vincitore e ha sollevato una domanda spontanea: cosa c'è di vero in questa storia?

La risposta che si può dare è una sola: nulla, nonostante alcuni dettagli (come indicazione delle date e dei nomi delle squadre scolpite sulla base) la rendano molto fedele alla realtà e nel messaggio a corredo dell'immagine sia scritto "Fu acquistata ad un'asta successiva al fallimento della società emiliana. Tristezza".

Il trofeo vero, conquistato dal Parma contro la Juventus (2-1 il punteggio complessivo dopo l'1-0 dell'andata al Tardini e l'1-1 del ritorno a San Siro), è esposto nella bacheca del museo Ernesto Cesarini che si trova all'interno dello stadio emiliano.

Dino Baggio solleva la Coppa Uefa vinta nel '95 in finale contro la Juventus.
Dino Baggio solleva la Coppa Uefa vinta nel '95 in finale contro la Juventus.

La nuova società (Parma 1913), nata dalle ceneri del fallimento (13 marzo 2015) scandito dal passaggio di proprietà da Ghirardi a Rezart Taci e infine a Manenti, lo ha riacquistato sette mese più tardi (ottobre) pagando la somma di 50 mila euro che i curatori dell'epoca, Angelo Anedda e Alberto Guiotto, avevano fissato come base d'asta per l'intero pacchetto dei cimeli sportivi. Otto in totale considerando anche l'altra Coppa Uefa (vinta nel 1999 allo Stadio Lužniki di Mosca contro il Marsiglia, battuto 3-0 con gol di Crespo, Vanoli e Chiesa), tre Coppe Italia, una Supercoppa europea e una italiana, una Coppa delle Coppe.

Unico a presentare un'offerta, come sottolineato dalla nota ufficiale, fu proprio il Parma 1913: "Dopo una prima offerta non ritenuta congrua, è pervenuta all’istituto vendite giudiziarie incaricato una offerta di Parma Calcio 1913, identica nei contenuti alla precedente, ma adeguata a quanto stabilito dalla procedura competitiva". Lo stesso Parma, contattato per informazioni, ha ribadito a Fanpage.it quanto avvenuto otto anni fa e che l'immagine apparsa sui social può essere considerata al massimo una riproduzione ben fatta della Coppa Uefa mentre la copia originale (quella rilasciata dalla Uefa) è solo nelle mani dei ducali.

C'è anche un post del 2015 sulla pagina Facebook ufficiale del club gialloblù che fa riferimento al buon esito della gara bandita in tribunale. "Eccole, tutte le nostre otto coppe. Di nuovo nella nostra casa, lo stadio Ennio Tardini. Bentornate !!! Acquisirle, da parte di Parma Calcio 1913, era un atto dovuto. Tra qualche mese potranno essere coccolate ogni giorno da ognuno di noi, nel Museo Crociato che stiamo realizzando insieme, partecipando su www.weareparma.com".

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