video suggerito
video suggerito

Ciro Ginestra: “Col primo stipendio ho comprato casa ai miei genitori. Sarri mi ha aperto la mente”

Ciro Ginestra e il Guidonia Montecelio stanno sorprendendo il girone B di Serie C dopo la promozione dello scorso anno: a Fanpage.it racconta senza filtri la sua evoluzione da bomber ad allenatore.
A cura di Vito Lamorte
12 CONDIVISIONI
Immagine

Ciro Ginestra arriva al telefono con la voce di chi il campo lo vive come una seconda casa. Non c’è distanza, non c’è formalità. Si passa subito al “tu”, come tra gente di calcio. Del resto, Ginestra è così: diretto, viscerale, uno che al pallone non ha mai smesso di credere, nemmeno quando tutto sembrava girargli contro. Dai tempi delle giovanili col Venezia al Padova, passando per Frosinone, Sorrento e Salernitana: il Cobra è passato dallo studio dell'area di rigore all'organizzazione a 360° delle sue squadre. Ha guidato il Guidonia Montecelio in Serie C e la sua squadra corre, sorprende e sogna da neopromossa. Quasi 200 gol in campo, un presente favoloso in panchina e un futuro tutto da scrivere: Ginestra si racconta a Fanpage.it senza fronzoli e con la chiarezza che lo ha sempre contraddistinto.

Mister, come sta andando questa prima parte di stagione in Serie C da neopromossi?
"Molto bene, ma senza montarci la testa. C’è un bell’ambiente, si lavora forte, però siamo ancora lontani dal nostro vero obiettivo. Dobbiamo continuare così".

Vi aspettavate un avvio del genere?
"Dire che me lo aspettavo sarebbe una bugia. Però col lavoro speravo potesse arrivare qualcosa di buono. I risultati non arrivano per caso: ce li siamo meritati sul campo, anche fuori casa. Ora l’obiettivo resta chiaro: arrivare a quota 40 punti, poi vedremo".

Ginestra durante un allenamento del Guidonia Montecelio.
Ginestra durante un allenamento del Guidonia Montecelio.

Se dovesse raccontare che allenatore è Ciro Ginestra, come lo descriverebbe a chi non lo conosce?
"Non amo parlare di me. Posso dire che sono uno che studia tanto, guarda partite, cura i dettagli. Arrivo al campo alle sette e mezza del mattino e vado via la sera. Metto passione in tutto, sono severo con me stesso prima che con gli altri".

C’è un allenatore che l'ha segnata più di altri da calciatore?
"Maurizio Sarri, a Sorrento. Con lui ho iniziato a capire il perché delle cose. Le statistiche, lo studio, il lavoro settimanale. È lì che mi si è aperta la testa: ho capito che il calcio non è solo correre e tirare in porta".

Quanto c’è del Ginestra calciatore in quello allenatore?
"All’inizio tanto istinto. Poi con il tempo, anche grazie a qualche schiaffo e qualche esonero, ho imparato. Oggi chiedo ai miei giocatori coraggio e responsabilità. Voglio uomini prima ancora che calciatori".

Ginestra esulta dopo un gol con il Gallipoli.
Ginestra esulta dopo un gol con il Gallipoli.

Ha vissuto dimissioni, esoneri e ripartenze continue: come si sopravvive emotivamente all’instabilità strutturale che spesso accompagna la vita da allenatore?
"È dura. L’allenatore è un uomo solo. Oggi vieni giudicato solo dal risultato, senza guardare il lavoro. Io ho sempre lasciato squadre che poi sono peggiorate, i numeri parlano. Ma nessuno li guarda. Qui a Guidonia ho trovato fiducia, competenza, serenità: per questo funziona".

Da dove nasce il soprannome ‘Cobra'?
"A Venezia, nel ’98. In allenamento segnavo sempre, Peppe Iachini mi chiamava così: Cobra, Cobra. È rimasto".

Ginestra ha iniziato a lavorare nelle categorie giovanili: cosa è cambiato davvero nei ragazzi e cosa invece resta immutato?
"Non c’è paragone. Noi giocavamo per fame, per riscatto. Oggi è tutto più facile, forse troppo. Ma talento, fortuna e sacrificio servono ancora. Sempre".

Ginestra con la maglia della Salernitana.
Ginestra con la maglia della Salernitana.

Ricorda cosa fece col primo stipendio da calciatore?
"Casa ai miei genitori. È stata la cosa più bella. Oggi non ci sono più, ma sono orgoglioso di avergli restituito qualcosa".

Guardando avanti: cosa chiede al Guidonia e a se stesso?
"Di continuare così. Con leggerezza, comportamenti giusti, lavoro quotidiano. Qui sto bene. E magari, un giorno, portare questa società ancora più in alto".

12 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views