Chivu ha già cambiato l’Inter di Inzaghi: il debutto nel Mondiale per Club svela la drastica novità

Il nuovo corso dell'Inter di Cristian Chivu è iniziato con un pari: 1-1 contro il Monterrey, nella gara d'esordio del rinnovato Mondiale per Club andato in scena a Pasadena. Ma al di là del risultato, il debutto sulla panchina nerazzurra del tecnico romeno ha già messo in luce una rottura netta con l'Inter di Inzaghi.
A pesare sul match d'esordio non sono mancate le attenuanti: il fuso orario, la temperatura, la stagione ormai chiusa in Italia, la delusione per la Champions persa e l'addio improvviso di Simone Inzaghi. E pure le condizioni del campo, come ha sottolineato Lautaro Martinez ("Il campo era troppo asciutto"), sono un elemento da non trascurare. Ma in appena dieci giorni di lavoro, Chivu ha già provato a dare un'impronta chiara alla squadra.

Difesa a zona, la rivoluzione più evidente
Il segnale più forte è arrivato da un dettaglio che non è passato inosservato: l'Inter ha iniziato a difendere a zona sui calci piazzati contro. Un cambio radicale rispetto alla marcatura a uomo tipica dell'era Inzaghi. Una novità che ha avuto conseguenze immediate, come si è visto sul gol dell'iniziale vantaggio messicano firmato da Sergio Ramos, bravo a svettare su calcio d'angolo sovrastando Bastoni e approfittando anche della reattività ridotta di Sommer.
A confermare il nuovo assetto difensivo è stato lo stesso capitano nerazzurro: "Abbiamo subito un gol su palla inattiva dove dobbiamo migliorare perché abbiamo iniziato a difendere a zona, cosa nuova per noi", ha spiegato Lautaro Martinez al termine della gara.

Un concetto ribadito anche da Chivu in conferenza stampa: "Ho concordato la mia idea con loro, abbiamo deciso di cambiare modo di difendere sulle palle inattive perché spesso sull'uomo ti portano via spazi sul primo palo o sul secondo", ha spiegato il 44enne ex difensore. E sulla rete subita non ha avuto dubbi: "Probabilmente avremmo preso gol anche difendendo a uomo".
Mkhitaryan trequartista e i test sui nuovi
Il tecnico ha poi commentato anche la prova collettiva della squadra e alcune scelte tattiche: "Abbiamo fatto un buon primo tempo, nonostante siamo andati sotto. Nel secondo siamo stati più lenti nel palleggio, è mancata la cattiveria sotto porta. Abbiamo rischiato le transizioni, i ragazzi hanno dato il massimo", ha detto Chivu.
Spazio anche a qualche novità in chiave formazione, come l'avanzamento di Mkhitaryan nel ruolo di trequartista: "Bisogna avere sempre più soluzioni ed essere pronti alle prossime partite. Uno dietro due punte o due dietro una punta è una possibilità".

Sotto osservazione anche i nuovi arrivati. Luis Henrique non ha brillato, ma ha mostrato margini: "Può fare meglio, ha personalità e buona tecnica". Sebastiano Esposito, invece, ha convinto a metà: "In linea con tutta la squadra, una buona prestazione".
Un'identità in costruzione
Al netto del pareggio e delle difficoltà di contesto, Chivu ha già messo mano all'identità tattica dell'Inter, con decisioni coraggiose che segnano un distacco netto dalla gestione precedente. Un cambiamento che, al momento, costa caro su palla inattiva, ma che racconta molto della filosofia del nuovo allenatore. A meno di due settimane dal suo arrivo, l'effetto Chivu è già visibile.