
La Juventus ha esonerato Igor Tudor. Il tecnico croato paga un duplice filotto negativo: otto partite senza vittorie e tre sconfitte consecutive, oltre a quattro partite senza gol. La sua avventura sulla panchina bianconera è durata sette mesi spaccati. Una panchina che dopo essere stata la più solida della Serie A per decenni è diventata rovente e scomodissima. I numeri, considerando allenatori ufficiali e traghettatori, sono impietosi. Negli ultimi 17 mesi si sono succeduti quattro allenatori, il quinto sarà Brambilla, in attesa del sesto, quello ufficiale che avrà il compito di portare la Juve in Champions League, che resta contemporaneamente l'obiettivo minimo e pure quello massimo.
Da Allegri a Tudor: quattro allenatori in 17 mesi
Il 15 maggio 2024 Massimiliano Allegri vince con la Juve la Coppa Italia, battendo 1-0 nella finale l'Atalanta. Il tecnico livornese conquistava il dodicesimo titolo da allenatore juventino, meglio di lui solo Lippi e il Trap. La sfuriata sul prato dell'Olimpico contro Giuntoli gli costò l'esonero.
Pochi giorni dopo Paolo Montero, gloria bianconera, lo sostituì e diresse la squadra contro Bologna e Monza. L'uruguagio poi lasciò il posto a Thiago Motta, accolto come il nuovo profeta e che invece lo scorso marzo è stato liquidato, al netto di un contratto fino al 2027. Nove mesi e addio. Poi è salito a bordo Tudor, di cui sopra. 24 partite e il sogno di aprire un ciclo è svanito definitivamente una notte di ottobre, sempre all'Olimpico contro quel Maurizio Sarri che dalla Juve fu liquidato nell'estate del 2020 per aver vinto ‘solo' lo Scudetto.
Brambilla in panchina per Juventus-Udinese
Ora c'è Massimo Brambilla, l'allenatore della Next Gen, che avrà l'onore, ma anche l'onere, di guidare la squadra nella partita di Campionato con l'Udinese mercoledì 29 ottobre, alle 18:30. Traghettatore, ovviamente, l'ex centrocampista, che in quanto tale però metterà la sua firma nella storia bianconera e sarà esattamente il quinto allenatore diverso in 17 mesi, in attesa del vero titolare.
Spalletti e Mancini sembrano favoriti
Che sia Spalletti, Mancini o Palladino, la sostanza non cambierà. Sei allenatori differenti, quattro ufficiali e due traghettatori, in meno di un anno e mezzo. Pazzesco per qualunque squadra, clamoroso se si pensa alla Juventus, che per anni non ha mai cambiato l'allenatore.
Un esonero dopo l'altro: la rivoluzione della Juventus
Certo il mondo non è più quello di una volta, il mondo del pallone pure, oggi è impensabile un Sir Alex Ferguson per un quarto di secolo sulla stessa panchina. Ma la Juve che un tempo programmava e proteggeva i suoi allenatori non c'è più. Anche Maifredi, il primo a non qualificare la squadre per le coppe in oltre vent'anni, chiuse l'annata.

I numeri, anzi la storia parla: tra il 1976 e il 2006, cioè trent'anni tondi la Juve ha avuto solo sette allenatori, anche se due di questi hanno fatto il bis: Trapattoni, Marchesi, Zoff, Maifredi, ancora Trapattoni, Lippi, Ancelotti, Lippi e Capello. Mentre nei quindici anni dal post-Calciopoli all'Allegri bis gli allenatori juventini sono stati dieci, compreso il traghettatore Corradini. Il mondo cambia, il calcio cambia e la Juve non è più la società che non esonera gli allenatori, già da un po'.