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Buffon spiega l’addio alla Juve: “Un po’ di orgoglio ce l’ho, a fine partita chiamai il mio agente”

Gigi Buffon ha annunciato che continuerà a giocare: lo aspetta il Parma per un suggestivo ritorno dopo 20 anni. Il 43enne portiere toscano è pronto dunque a salutare per la seconda volta la Juventus, un addio stavolta definitivo che è nato un preciso giorno di quest’anno: “Dissi al mio agente che era finita”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Gigi Buffon a 43 anni è pronto a tuffarsi nella sua nuova avventura calcistica, che con ogni probabilità sarà al Parma, ma nel dare il bentornato a Massimiliano Allegri sulla panchina della Juventus parla ancora da simbolo bianconero che ha condiviso col tecnico toscano cinque anni di dominio sulla Serie A. Il suo è un pollice alto su tutta la linea all'operazione ‘restaurazione' condotta da Andrea Agnelli.

"Allegri è tutto ciò di cui i dirigenti pensavano ci fosse bisogno – spiega a ‘Tuttosport' – È un allenatore che ormai è una certezza: nella gestione, nell'arrivare al risultato, anche nella percezione dei giocatori di quella che è la figura dell'allenatore. C'è anche una sorta di timore reverenziale nei suoi confronti, che credo non guasti mai. Per cui credo che abbia tutto per far ripartire un miniciclo importante alla Juve. Nel momento in cui non dai seguito all'esperienza con Andrea, per me Max era la soluzione più corretta, perché non perdi tempo. Conosce a menadito l'ambiente, come ci si comporta, sa che direttive dare, come organizzare le cose. Poi in questo momento di cambiamenti anche a livello dirigenziale una figura come lui fa da collante: accentra molto, però ce n'è bisogno".

Pur essendo tornato al timone Allegri, Buffon in ogni caso non ha mai avuto la tentazione di ripensarci e restare alla Juve: "No, perché ho deciso a gennaio e l'ho subito detto a tutti per correttezza. Mi ero accorto che quel tipo di ruolo non mi dava più entusiasmo".

Il portiere carrarino svela il momento preciso in cui ha deciso di lasciare per la seconda e definitiva volta il club della sua vita: "Il prepartita a Barcellona ha fatto nascere l'idea di chiudere il rapporto con la Juve e questo ruolo, perché prima della partita c'erano stati dubbi. Tipo "Ma perché gioca Buffon col Barcellona? Gioca perché è amico di Pirlo…". Un po' di orgoglio ce l'ho e finita la partita chiamai Silvano (Martina, il suo agente, ndr) e gli dissi "Silva, mi sa che c'est terminé", perché certe dinamiche non credo di meritarle, né come persona né per la condizione in cui sono da sportivo. E che poi ho dimostrato".

La recente cena di commiato con Andrea Agnelli e le rispettive compagne ha alimentato voci su un possibile futuro da dirigente, ma Buffon nega che se ne sia parlato l'altra sera: "No, ci siamo visti con le nostre mogli come ogni tanto capita, anche cinque giorni fa a Forte dei Marmi. Nel futuro non mi aspetto niente come è giusto che sia, perché nessuno deve aspettarsi niente: fai vedere di valere e poi puoi prendere in considerazione l'idea di essere richiamato. Per me alla base di tutto c'è la meritocrazia".

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