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Mondiali in Qatar 2022

Bremer indossa il numero 24 del Brasile e rompe un tabù: una storia di credenze e discriminazione

Per la prima volta ai Mondiali un giocatore del Brasile è sceso in campo col numero 24 rompendo un tabù storico fatto di credenze e di discriminazioni.
A cura di Vito Lamorte
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La gara che il Brasile ha giocato contro il Camerun passerà alla storia non solo per la vittoria della nazionale africana sulla Seleçao ma perché si è visto in campo il numero "24", evitato per decenni dal calcio brasiliano a causa di pregiudizi omofobi. Si tratta della prima volta durante un Mondiale.

Questo primato storico è in parte spiegato da un cambiamento nei regolamenti FIFA, visto che il numero di giocatori per rosa è stato aumentato da 23 a 26 per questa Coppa del Mondo 2022. Durante la Copa América disputata lo scorso anno in Brasile, ogni squadra poteva convocare fino a 28 giocatori a causa della pandemia ma tutte le selezioni si erano presentate con il numero 24 tranne il paese ospitante. Una ONG aveva persino citato in giudizio la Federcalcio brasiliana (CBF) ma questo tentativo non aveva trovato riscontri di successo.

I pregiudizi legati al numero 24 derivano dal "Jogo do bicho", ovvero il ‘gioco della bestia', una lotteria clandestina molto in voga alla fine dell'Ottocento per le strade di Rio de Janeiro e tuttora praticata. Ogni scommettitore deve scegliere una casella rappresentata da un animale e il numero 24 è quello del cervo, associato all'omosessualità nella cultura popolare brasiliana anche perché appartiene alla specie animale i cui maschi possono avere rapporti sessuali.

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L'apparizione del "24" sulla maglia della Seleçao ai Mondiali ha un significato simbolico: sia per il Brasile, dove questo numero era un vero e proprio tabù, sia per il Qatar, paese segnato dalle polemiche legate ai diritti LGBT+ e dal divieto ai capitani europei di indossare la fascia ‘One Love'.

Ci ha pensato il difensore centrale Gleison Bremer, a rompere questo tabù. Il giocatore, che con la Juventus indossa il numero 3, ha dichiarato una settimana fa ai giornalisti: "Per me è una maglia come un'altra, l'importante è essere al Mondiale, il numero non conta".

I cliché sono duri a morire, alcuni uomini si rifiutano di sedersi sulla poltrona 24 al teatro o al cinema, di vivere nell'appartamento 24 di un palazzo o di usare le candele per festeggiare i loro 24 anni (23+1). Il numero è stato a lungo boicottato dai giocatori del campionato brasiliano, dove i pochi ad indossarlo sono solitamente stranieri o il terzo portiere. Per questo motivo è diventato un simbolo di resistenza e protesta per la comunità LGBT+.

Nei tornei di quartiere tra squadre gay, può essere ambito quanto il "10" di Pelé. Railson Oliveira, fondatore di un gruppo di tifosi del Corinthians attento ai diritti (FieL LGBT), sull'utilizzo del "24" ai Mondiali da parte della Seleçao ha dichiarato alla AFP: "Ci sarebbe piaciuto che fosse stata un'azione militante, come quelle portate avanti da altre squadre, ma è bello vedere che sta accadendo su questo palcoscenico internazionale".

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