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Breel Embolo, la stella della Svizzera che voleva fare l’impiegato e si ispirava a Balotelli

L’uomo più pericoloso per la nostra Nazionale nel match contro la Svizzera sarà senza dubbio Breel Embolo. Il centravanti del Borussia Monchengladbach, nato in Camerun nel 1997 e naturalizzato svizzero all’età di 17 anni, è cresciuto nelle giovanili del Basilea. Si ispirava a Mario Balotelli e, se non avesse sfondato nel calcio, avrebbe voluto fare l’impiegato. I tifosi del Borussia gli hanno dedicato un coro sulle note di “Ti amo” di Umberto Tozzi, mentre quelli elvetici hanno rivisitato per lui “The Lion Sleeps Tonight”.
A cura di Valerio Albertini
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Manca pochissimo a Italia-Svizzera, seconda giornata del Gruppo A di Euro 2020. Come spiegato dal c.t. Roberto Mancini in conferenza stampa, gli elvetici guidati da Vladimir Petkovic sono una squadra assolutamente temibile, alla quale bisognerà stare attenti dal primo all'ultimo minuto. La formazione capitanata da Granit Xhaka ha il suo punto di forza in Breel Embolo, attaccante del Borussia Monchengladbach, che ha segnato il gol del momentaneo vantaggio contro il Galles ed è stato premiato come man of the match al termine della sfida che l'ha visto contrapposto a Gareth Bale e compagni. Alto 185 centimetri, Embolo è un centravanti atipico, non fenomenale dal punto di vista realizzativo, ma molto rapido e bravo nei dribbling, qualità che lo rendono un'opzione anche sulla fascia.

Gli inizi al Nordstern e il concorso da impiegato

Nato a Yaoundé, capitale del Camerun, il 14 febbraio 1997, Embolo si è trasferito a Basilea, in Svizzera, all'età di 6 anni con la madre. Ha iniziato la sua carriera da calciatore nel piccolo club del Nordstern. Proprio alla sua prima esperienza è legato un aneddoto raccontato da un suo vecchio allenatore, che rende l'idea della personalità del ragazzo:

Durante un allenamento si tirò giù i pantaloni e fece vedere il lato posteriore ai compagni, fu inaccettabile. Restò a casa per tre settimane, ma avrei potuto mandarlo via definitivamente.

Carattere forte, a tratti esorbitante, ma anche qualità fisiche e tecniche che lo portano, all'età di 13 anni, a passare al Basilea. Quando milita nelle giovanili del club svizzero, supera un concorso da impiegato e inizia a lavorare nella federcalcio svizzera:

Era quello che avrei voluto fare se non avessi sfondato nel calcio. Designavo gli arbitri per le partite e inviavo le multe ai giocatori. È lì che ho imparato a evitare le proteste contro i direttori di gara.

Il Basilea, la nazionale e Balotelli

È con la maglia rossoblu che fa il suo esordio tra i professionisti, a 17 anni, nel match contro l'Aarau, trovando il gol al debutto. Pochi mesi dopo, ancora minorenne, segna anche in Champions League, diventando il sesto marcatore più giovane della competizione. Embolo ha sulla maglia il 36, che non lascerà nemmeno nelle sue future squadre, perché è il numero dell'autobus che prendeva da bambino per andare agli allenamenti e, come da lui stesso raccontato, gli ricorda il percorso che l'ha portato a calcare i palcoscenici più importanti del calcio europeo. Prima di diventare maggiorenne, ottiene la cittadinanza svizzera e si rende disponibile per la nazionale elvetica. Petkovic non aspetta molto a chiamarlo, facendolo esordire a 18 anni nell'amichevole contro gli Stati Uniti. Embolo entra stabilmente nel giro della selezione e, qualche mese più tardi, trova anche il suo primo gol con la maglia biancorossa, nel match contro San Marino. È a quei tempi che l'attaccante confida di ispirarsi a un centravanti che conosciamo bene, quel Mario Balotelli che ci ha fatto sognare a Euro 2012, prima che la sua carriera prendesse una piega negativa:

Mi piace Balotelli, mi ispiro un po' a lui come giocatore. Il campionato italiano è una lega di altissimo livello, in futuro chissà se avrò l'opportunità di arrivarci. Mi piacerebbe.

I cori su "Ti amo" e "The Lion Sleeps Tonight"

Il campionato svizzero inizia a stargli un po' stretto e, dopo tre anni conditi da 31 gol in 90 presenze, viene acquistato dallo Schalke 04 per 25 milioni di euro. La sua prima stagione in Germania, però, non va come previsto: Breel si frattura la caviglia e il suo calvario dura 11 mesi, nei quali diverse ricadute lo tengono lontano dal campo. Si rifà nei due anni successivi, quando trascina la squadra di Gelsenkirchen con 29 reti in 61 presenze. È il momento migliore della sua carriera. Il Borussia Monchengladbach decide di investire su di lui ed Embolo diventa rapidamente un idolo della curva bianconera. I tifosi del club della Renania gli dedicano anche un coro sulle note di Ti amo di Umberto Tozzi. Anche in nazionale, con cui gioca da protagonista gli Europei del 2016 e i Mondiali del 2018, gli hanno dedicato una canzone, stavolta ispirata a The Lion Sleeps Tonight.

La fondazione per i rifugiati e la fuga dalla festa passando dai tetti

Pericoloso quando è in forma quanto irritante quando non lo è, fuori dal campo Embolo è sempre stato un po' Dottor Jekyll e un po' Mister Hyde. Ammirato quando, a soli 18 anni, ha aperto una fondazione per aiutare i rifugiati in Svizzera e i bambini camerunesi e peruviani, costruendo scuole e portando avanti il progetto in prima persona, negli ultimi tempi è finito nei guai per aver partecipato a una festa piena di gente, in barba alle norme anti-Covid, dalla quale è fuggito passando dai tetti, prima di essere preso dalla polizia in un altro appartamento. Lui ha smentito il racconto fatto dalla Bild e tutto è tornato alla normalità dopo una multa e una squalifica in campionato. Ai difensori del Galles, nella partita d'esordio a Euro 2020, è riuscito a scappare più di una volta. Vedremo se i nostri Bonucci e Chiellini riusciranno a fermare Breel Embolo, attaccante della Svizzera che voleva fare l'impiegato e si ispirava a Balotelli.

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