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Antonio Cassano: “Se non avessi fatto il calciatore sarei diventato salumiere”

Un talento sprecato che s’è buttato via troppo in fretta. È così che Antonio Cassano parla di sé quando ricorda la carriera e le occasioni avute: Roma, Milan, Inter e Real Madrid i club che hanno riposto fiducia nelle sue doti e che lui “ha tradito”. Il calcio è stato passione e opportunità per FantAntonio. Cosa avrebbe fatto se non avesse giocato al calcio? Lo racconta in un’intervista.
A cura di Maurizio De Santis
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Il salumiere. Se non fosse diventato un calciatore Antonio Cassano avrebbe lavorato in un piccolo negozio (magari sarebbe stato tutto suo) oppure in un supermercato. "Non avrei comunque preso una brutta strada per non deludere mia madre". Anche per affettare prosciutto e formaggi, trattare con il pubblico occorrono dimestichezza coi ferri del mestiere, destrezza e buone maniere: almeno le prime due qualità, l'ex talento di Bari Vecchia le ha sempre avute e hanno fatto di lui un giocatore "fantastico" (se solo avesse avuto la testa a posto…) fino a quando ha avuto voglia e "gambe".

"Pensare coi piedi" (raccontava Osvaldo Soriano in un suo libro) gli riusciva bene, peccato non abbia mai sfruttato in pieno le doti che "madre natura" gli aveva dato, catapultandolo dalla strada ai campi di calcio, spalancando dinanzi a lui le porte di una carriera che dalla Puglia lo ha portato fino a Madrid – l'occasione della vita, finita a carte e quarantotto – indossando le maglie della Roma, del Milan, dell'Inter e di quella Samp dove riuscì a strappare "benedizioni" anche all'ex presidente, Garrone. Lui lo mandò a quel paese in malo modo perché non gli andava di presenziare a un evento, il massimo dirigente si liberò di quel calciatore che oggi, a distanza di anni, nella video-intervista a Sky Sport confessa tutti i peccati.

Sono il più grande talento sprecato degli ultimi anni, perché mi sono buttato via – ha ammesso Cassano. Ho oltrepassato troppe volte il limite. Adesso sono migliorato e questo lo devo soprattutto a mia moglie, sono orgoglioso di lei.

Era tra i più forti ma ha fatto disastri. Cassano descrive così la sua esperienza in Spagna, nel tempio del calcio internazionale. C'erano i più grandi campioni come Zidane, avrebbe giocato e vinto tutto accanto a loro ma il suo destino era un altro. Nemmeno un "padre" severo come Fabio Capello riuscì a metterlo in riga.

Nella preparazione ho perso 16 chili, nelle prime tre partite ho fatto due gol ma poi mi ha messo fuori. Io ho perso la testa sbagliando e quando gli manchi di rispetto lui ti fa fuori. Lui ha fatto tanto per me ma io ho fatto poco per lui.

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