Ancelotti racconta l’esonero più spietato della sua carriera: “Si sono riuniti, il problema ero io”

Carlo Ancelotti ha costruito innumerevoli successi nella sua lunga carriera che però è stata costellata anche di momenti dolorosi. Sconfitte, trofei persi, ma soprattutto esoneri che hanno lasciato il segno e che si sono trasformati in benzina per poter raggiungere nuovi traguardi. Ora l'allenatore siede sulla panchina del Brasile e si è allontanato dalle dinamiche dei club, ma c'è una situazione che ha lasciato una ferita aperta, il licenziamento dal Bayern Monaco.
Ha raccontato le sue esperienze nella sua nuova biografia "Il sogno: come vincere la Champions League", in uscita il prossimo 1º ottobre. Tra le esperienze più significativo c'è l'esonero dai bavaresi che è arrivato in modo brutale, "il licenziamento più spietato di tutta la mia carriera" come lo ha definito lui stesso spiegando con molta amarezza tutti i dettagli di quel giorno.

Il licenziamento di Ancelotti dal Bayern Monaco
Nel 2016, dopo la fine della sua prima esperienza al Real Madrid, l'allenatore approdò per la prima volta in Germania alla guida del Bayern Monaco ma l'avventura durò soltanto una stagione, con l'esonero arrivato all'inizio del suo secondo anno in un modo piuttosto brusco. In un estratto del suo libro racconta le differenze tra i bavaresi e le altre squadre: "La novità assoluta per me era lavorare in un club che non era governato dai capricci di un unico, carismatico proprietario. Sono stato licenziato quattro volte da grandi club: Juventus, Chelsea, Real Madrid e Bayern Monaco. Questo dimostra che non serve un presidente imprevedibile o un proprietario imprevedibile per farti licenziare. Anche gli azionisti di un'azienda possono farlo".
Ma il momento più duro fu proprio quello del licenziamento, arrivato dopo una brutta sconfitta in Champions League contro il PSG: "Il giorno dopo la partita, il consiglio direttivo del club si è riunito e ha concluso che il problema ero io. ‘La prestazione della nostra squadra dall'inizio della stagione non è stata all'altezza delle aspettative che avevamo nei loro confronti', ha dichiarato Rummenigge". Da lì la decisione del club di sollevarlo dall'incarico: "Fu il licenziamento più spietato di tutta la mia carriera. Dopo il mio addio, raggiunsero le semifinalidi Champions League e furono eliminati da – indovinate un po'! – il Real Madrid".

Le regole dei bavaresi
C'è poi un passaggio che spiega il modus operandi del Bayern Monaco che non lasciava molta indipendenza agli allenatori, neanche quando si tratta di un nome come quello di Ancelotti. L'episodio riguarda un confronto con la società: "Una volta, i dirigenti mi chiesero di instillare più disciplina tra i giocatori e mi diedero una lista di cinque punti da leggere loro. Tuttavia, ritenevo che avessimo a che fare con una squadra professionistica di alto livello, non con una squadra giovanile, quindi i giocatori dovevano essere trattati di conseguenza. Così mi sono piazzato di fronte alla squadra nello spogliatoio, ho tirato fuori il foglio dalla tasca e ho detto: ‘Ho ricevuto l'ordine dal consiglio di leggervi questa lista'. Era il mio modo di prendere le distanze da questo compito".