Albertosi racconta la telefonata che gli ha salvato la vita: “Mi dissero ‘devi operarti al cuore’. Oggi sto benissimo”

A metà dicembre scorso la diagnosi prefigurata a Enrico "Ricky" Albertosi oggi 84enne, non lasciava molta scelta. L'ex numero uno della Nazionale avrebbe dovuto sottoporsi a intervento a causa di scompenso cardiaco associato a un’insufficienza della valvola mitrale. La comunicazione ricevuta fu di quelle che sembrano scaraventarti il mondo addosso da un momento all'altro, l'ex campione d'Europa nel '68 e vice campione ai Mondiali del '70 reagì così : "Se ho avuto paura per l'operazione al cuore alla mia età? No, ero tranquillo perché sapevo di essere nelle mani giuste e ricoverato presso un'eccellenza specialistica".
Serenità interiore e affetto della famiglia lo hanno aiutato ad affrontare anche quella prova. Il resto era tutto nelle mani dell'équipe del prof. Castriota del Maria Cecilia Hospital di Cotignola (Ravenna). "In passato avevo avuto due infarti – ha raccontato Albertosi –. In seguito ho avvertito avvertito sempre più una sensazione di affanno, facevo molta fatica anche solo a camminare".

Il suggerimento da parte del nipote lo ha portato nella direzione giusta per riuscire a superare quel problema di salute preoccupante: presentava una dilatazione del ventricolo sinistro che con il tempo ha portato al malfunzionamento della valvola mitrale. "In seguito alla prima visita mi hanno messo un defibrillatore, ma dopo qualche tempo in cui sono stato monitorato mi hanno detto che era importante eseguire l’operazione".
L'intervento, come spiegato dal prof Castriota, è arrivato al termine di un percorso terapeutico specifico per una situazione definita "cronicamente delicata". La ridotta tolleranza allo sforzo di Albertosi ha richiesto un periodo durante il quale la condizione "andava prima ottimizzata con un defibrillatore" ma, trascorsi quattro mesi, s'è resa necessaria l'operazione. "In persone di una certa età con un cuore non in forma, la chirurgia tradizionale è ad altissimo rischio. Abbiamo quindi optato per un approccio percutaneo che invece abbassa notevolmente il rischio operatorio e dà un risultato ottimale".

Qual è la tecnica adottata e come si chiama? "MitraClip è una metodica che ha il vantaggio di riparare la valvola mitrale senza utilizzare la circolazione extra-corporea. Attraverso la vena femorale vengono applicate delle “mollettine” che riassestano i lembi non funzionanti della valvola, a cuore battente, con una ripresa post operatoria rapida".
Fin qui la spiegazione dello specialista che per Albertosi è stato come azionare il rewind e rivedere alla moviola quelle azioni decisive per la sua vita. Per quanto si abbiano spalle larghe, i cattivi pensieri ti pervadono in un attimo. "A dicembre mi è arrivata la telefonata del prof. Castriota che mi dice che devo operarmi – è la narrazione fatta dall'ex portiere –. Il primo pensiero è stato ‘non passerò le feste in famiglia' e invece mi sono dovuto ricredere. È stata una cosa meravigliosa: il 16 dicembre sono stato ricoverato e 2 giorni dopo ero già a casa e mi sono goduto il Natale in famiglia! Ho reagito bene, mi sentivo benissimo".