Agenti in borghese piombano nella sede del Boavista: la Polizia Giudiziaria costretta a fare irruzione

Continuano i guai per il Boavista, mitico club del calcio portoghese che recentemente ha dovuto dichiarare fallimento, venendo escluso dal calcio professionistico per enormi problemi finanziari. Nella mattinata di martedì 15 luglio, la Polizia Giudiziaria è stata costretta a forzare le porte d'ingresso della sede sociale del club all'interno dello Stadio Bessa XXI dopo che diverse persone, chiuse all'interno, si erano rifiutate di fornire la chiave per l'accesso. Momenti di tensione sono seguiti all'irruzione di diversi agenti, in borghese, che hanno sequestrato documenti e materiale informatico.
L'irruzione della Polizia Giudiziaria nella sede del Boavista: attimi di tensione
La Polizia, a seguito del disastro finanziario della società portoghese che sta facendo di tutto per ripartire dalle sezioni inferiori, dilettantistiche, sta indagando su diversi casi di corruzione e gestione fraudolenta che hanno portato al fallimento: "La polizia giudiziaria ha eseguito dieci mandati di perquisizione nell'ambito di un'indagine su eventi accaduti tra il 2023 e la fine del 2024" hanno comunicato le autorità di Oporto "e hanno coinvolto un gruppo di società legate al mondo dello sport, con profitti illeciti stimati in circa 10 milioni di euro".
Sequestrati documenti: accuse di frode, riciclaggio e gestione fraudolenta
Nel corso delle indagini, sei persone fisiche e giuridiche sono state accusate di riciclaggio di denaro, frode fiscale aggravata e insolvenza fraudolenta. Questi reati sono stati commessi da membri del management, commercialisti, uno studio legale e una società di revisione legale che seguiva le finanze del Boavista. Subito dopo l'irruzione nella sede del club, sono stati inoltre sequestrati vari documenti e apparecchiature informatiche, così come confermato dai media portoghesi.
Il crack del Boavista: senza soldi e garanzie ripartirà dai dilettanti
Dopo aver giocato in prima divisione ed essere retrocesso, il Boavista non aveva presentato in tempo i documenti necessari per iscriversi e giocare in Seconda Divisione. Non solo: il club ha presentato casse vuote e debiti enormi da pagare. Alla fine, malgrado un ulteriore rinvio non ha presentato nemmeno le garanzie per essere inserito in terza. Il club partirà eventualmente tra i dilettanti, nella quinta divisione portoghese.