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“Adesso sciacquatevi la bocca!”: la compagna di Acerbi dopo l’assoluzione dall’accusa di razzismo

Claudia Scarpati, compagna di Francesco Acerbi, va al contrattacco sui social dopo che il difensore dell’Inter è stato completamente assolto dall’accusa di insulti razzisti nei confronti di Juan Jesus: “Adesso sciacquatevi la bocca!”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Nessuna stangata da 10 giornate di squalifica per Francesco Acerbi, e neanche un ‘declassamento' dell'accusa rivoltagli da Juan Jesus – per quanto accaduto durante Inter-Napoli – da "comportamento discriminatorio" per frasi razziste (articolo 28 del CGS) a quella di "condotta gravemente antisportiva" (articolo 39), che poteva portare a sole 2 giornate di stop, che potevano diventare 3-4 con aggravanti. Il 36enne difensore nerazzurro è invece stato assolto completamente dal Giudice Sportivo Gerardo Mastrandrea, per mancanza di prove. E la sua compagna, Claudia Scarpari, ora va al contrattacco contro chi aveva condannato subito e senza appello Acerbi: "Adesso sciacquatevi la bocca!", scrive in risposta ad un post che riporta la notizia su Instagram.

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Poi la donna aggiunge qualcos'altro in una storia sul proprio profilo, postando un selfie in cui brinda con un bicchiere in mano: "Cin cin. A chi insulta i familiari. A chi minaccia la vita dei figli. Ai leoni da tastiera. A chi ha sommerso di insulti me e miei figli per giorni interi, cin cin. Ne avete bisogno".

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Le parole della compagna di Acerbi danno il senso dei giorni difficili vissuti da tutta la famiglia del calciatore dell'Inter, che aveva pagato anche con l'esclusione dalla nazionale il polverone sollevatosi dopo le accuse di Juan Jesus di avergli dato del "negro" durante il match di due domeniche fa a San Siro. "Ti faccio nero", invece era stata la frase ammessa dal nerazzurro, a suo dire travisata dal brasiliano.

Acerbi non aveva dato del bugiardo a Juan Jesus, ma aveva detto che quest'ultimo "aveva capito male", versione accolta in toto dal Giudice Sportivo, che ha concesso al napoletano la buona fede di aver percepito quell'insulto in maniera razzista, ma ha sottolineato d'altro canto che lo ha percepito in tal guisa solo lui, non raggiungendosi dunque "nella fattispecie il livello minimo di ragionevole certezza circa il contenuto sicuramente discriminatorio dell'offesa recata".

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