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Scottie Pippen non è contento di ‘The Last Dance’: “L’ho detto a Micheal Jordan”

Scottie Pippen è molto critico nei confronti della serie tv The Last Dance, che ha celebrato l’epopea dei Chicago Bulls e di Michael Jordan, e in una lunga intervista al tabloid britannico The Guardian ha argomentato la sua posizione: “Non credo che la ricostruzione posso dirsi accurata. Ho detto a Michael Jordan che non ero soddisfatto”.
A cura di Vito Lamorte
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"The Last Dance" continua a far discutere. La docu-serie sportiva statunitense creata da Michael Tollin per ESPN e distribuita da Netflix, che ha celebrato l'epopea dei Chicago Bulls e di Michael Jordan, ha avuto un successo planetario tra gli appassionati di basket, e non, ma non sono mancate le voci critiche. Una delle voci negative è quella di Scottie Pippen, uno dei co-protagonisti più celebrati per il ruolo fondamentale nella storia della franchigia guidata da Phil Jackson, già qualche mese fa aveva lasciato trasparire più di qualche dubbio sulla serie tv e in una lunga intervista al tabloid britannico The Guardian ha argomentato la sua posizione: "Non credo che la ricostruzione posso dirsi accurata, almeno per quel che riguarda il racconto legato a una delle più grandi squadre di pallacanestro della storia. È evidente che sia un modo per porre al centro la figura di MJ, per glorificarlo".

Pippen non si è limitato a esprimere solo la sua opinione, così come aveva fatto Horace Grant, ala dei Bulls dal 1987 al 1994; ma ha rivolto le sue critiche proprio a Michael Jordan ed è convinto che quella ricostruzione dei fatti non sia positiva nemmeno per lui: "In parte forse è stato anche controproducente per lui, perché la gente ha visto quale fosse la sua personalità. L’ho fatto presente anche a Jordan e lui ha accettato il mio punto di vista. Gli ho detto che non ero molto soddisfatto e lui mi ha risposto: ‘Hai ragione'".

L'ala classe 19865 di Hamburg è considerato uno dei migliori difensori della storia NBA, è stato la spalla perfetta di Michael Jordan nella squadra che vinse sei titoli NBA nell'arco di otto stagioni e fa parte della Naismith Memorial Basketball Hall of Fame. Nel dicembre 2005 i Chicago Bulls hanno ritirato la sua maglia, ovvero la numero 33. Un vero e proprio punto di riferimento per chi segue il basket americano.

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