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Prove di pace tra Ben Simmons e Philadelphia 76ers: si allena dopo settimane di tensione

Dopo un’estate di tensione e un riavvicinamento a sorpresa, Ben Simmons torna ad allenarsi alla corte di Doc Rivers. Difficile ipotizzare il suo rientro in campo, ma il coach di Philadelphia sembra pronto a dargli nuovamente fiducia. Ennesimo capitolo di una telenovela ancora lontana dall’ultimo capitolo.
A cura di Luca Mazzella
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"Io non posso restare, seduto in disparte, né arte né parte, non sono capace di stare a guardare, ricominciamo", cantava Adriano Pappalardo. Non è semplice, almeno non ancora, comprendere se si tratti di vera ripartenza e di un nuovo capitolo, probabilmente quello decisivo, del rapporto tra Ben Simmons e Philadelphia 76ers, o se più semplicemente come lasciato intendere dalla inequivocabile successione delle dichiarazioni dei diretti interessati sia un semplice tendersi la mano di circostanza, ma la notizia più importante delle ultime ore di NBA non può che riportarci nella Città dell'amore Fraterno. È infatti aggiornamento freschissimo quello che vedrebbe Ben Simmons in campo, di nuovo, con la sua "ex" squadra – termine migliore non ci viene per inquadrare il ritorno del figlio prodigo – con un allenamento interamente sostenuto e lo spiraglio lasciato proprio da Doc Rivers in ordine a un suo eventuale utilizzo da subito in stagione regolare.

L'head coach proprio in questi giorni era stato abbastanza chiaro sul reintegro a roster del mancino australiano: "È una situazione ideale? No, non lo è per niente. Ma non mi arrenderò mai con un giocatore che è nel mio roster. Non posso farlo, semplicemente. E non importa ciò che dice il giocatore, perché fin quando fa parte della squadra il mio lavoro è quello di fargli credere che il team in cui si trova può vincere l’anello" facendo capire quanto (per ordini di scuderia, non c'è stato alcun reale chiarimento tra le parti ma una logica valutazione economica lato Sixers, che stavano continuando a dilapidare il valore della loro point-guard titolare, e lato Ben Simmons, improvvisamente resosi conto dell'entità delle multe comminate dalla lega e dai 76ers stessi) in questo momento l'input della dirigenza sia uno e uno solo: forzare la pace.

Una pace che l'allenamento di ieri sembra rendere più possibile di quanto non si potesse ipotizzare all'inizio della scorsa settimana, ma che denota la volontà di smorzare una tensione lampante e tranciante nello spogliatoio di una delle più accreditate rivali dei Brooklyn Nets nella Eastern Conference.

Ancora in dubbio quindi se, nonostante sia apparso in ottima forma, Simmons sarà utilizzabile sin da mercoledì con la prima palla a due di stagione. Ma un segnale, forte, anche per le tante pretendenti che a lungo hanno tifato per una guerra di posizione tra le due parti senza un punto di accordo, che per il bene e la convenienza di tutti e sotto impulso dell'agente Rich Paul e del GM del team Daryl Morey andava trovato proprio per scoraggiare nuove offerte al ribasso. Quanto di teatrale ci sia in questa vicenda e quanto di un nuovo, ultimo e disperato, tentativo di far funzionare il giocatore all'interno di una squadra che ormai vive delle spaziature funzionali al gioco di Joel Embiid, non è ancora dato saperlo. Come non è dato sapere il tipo di reazione che il gruppo (su tutti proprio il centro camerunese, ma anche i veterani Danny Green e Tobias Harris) avrà e ha già avuto verso l'ex compagno. Che dopo un'estate da separato in casa, le richieste di cessione, l'acceso scontro avvenuto tra le parti a Los Angeles (datato agosto, ultimo approccio), le risposte ironiche e quelle piccate di tutti i coinvolti nella telenovela, è chiamato a rispondere in modo chiaro alle critiche e mostrare di poter essere il grande giocatore che tutti prevedevano potesse diventare dai primi passi in NBA.

Per ora, le uniche indicazioni restano quelle di Rivers post-allenamento di venerdì: "Vedremo se può giocare. Mi sembra sia in condizioni di forma decenti, ma ovviamente gli manca il ritmo partita. Si allena a pieno ritmo comunque". Il resto toccherà al giocatore, con le parole e soprattutto coi fatti. O più semplicemente accettando una soluzione di compromesso in attesa della tanto desiderata trade. Con 9 presunte pretendenti, la chance di un nuovo inizio, in un nuovo ambiente, con una rinnovata fiducia. Tutto però passa per Philadelphia, in un braccio di ferro che sembra giunto a una tregua nell'interesse di tutti.

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