L’operatrice della Croce Rossa: “Luca Vildoza mi ha preso per il collo e sollevato da terra”

La brutta vicenda che ha visto protagonista il 30enne playmaker argentino della Virtus Bologna Luca Vildoza e sua moglie, la pallavolista serba Milica Tasic, viene adesso dettagliata dalla versione dei fatti resa con dovizia di particolari dalla volontaria della Croce Rossa che sarebbe stata aggredita dalla coppia nella tarda serata di mercoledì dopo la vittoria ottenuta dalla squadra allenata da Dusko Ivanovic sul Monaco in Eurolega al PalaDozza, match in cui Vildoza ha messo a referto 8 punti. Il dopo partita è stato decisamente agitato: Luca e Milica sono stati arrestati con l’accusa di lesioni a personale sanitario, dopo che la loro auto ha incrociato un'ambulanza per le vie di Bologna e ne è scaturita una lite. Le accuse dell'operatrice sono gravi: "Lui mi ha attaccato al collo, mi ha alzato da terra, poi lei mi ha tirato i capelli da dietro".
Luca Vildoza e la moglie rilasciati dopo l'arresto per l'aggressione al personale dell'ambulanza della Croce Rossa
Vildoza e la moglie sono stati poi rilasciati dopo aver passato la notte in Questura. "Il PM ha rinunciato al processo per direttissima in attesa di approfondimenti – ha commentato giovedì l'avvocato Mattia Grassani, che difende il cestista della Virtus e la compagna – Il mio assistito è stato rimesso in libertà, così come la moglie, ed è libero di partire per la trasferta di Eurolega (oggi la Virtus è impegnata a Lione contro il Villeurbanne, ndr). Entro 96 ore si svolgerà un’udienza tecnica per la verifica della sussistenza dei presupposti per l'arresto, che comunque è già stato revocato dal magistrato".

La vicenda insomma è tutt'altro che finita, intanto Vildoza potrà giocare. A quanto si è potuto ricostruire, il play di Bologna si sarebbe innervosito per un'ambulanza ferma a trovare un indirizzo per un intervento, a quel punto avrebbe lampeggiato e insultato il personale della Croce Rossa presente sul veicolo. Il peggio sarebbe accaduto poco dopo, quando l'argentino con cittadinanza italiana si sarebbe scagliato con rabbia, spalleggiato dalla moglie, contro la 55enne operatrice scesa dall'ambulanza, ritenendo che l'operato dei sanitari stesse ostacolando il suo rientro a casa. Mancava poco alla mezzanotte, sul posto sono arrivati carabinieri, polizia e dirigenti della Virtus.
Il racconto della volontaria della Croce Rossa: "Una situazione che non avrei immaginato neanche nella peggiore delle mie fantasie"
La testimonianza dell'operatrice della Croce Rossa, raccolta da ‘Repubblica' disegna momenti di violenza di Vildoza e sua moglie: "Siamo passati davanti al palazzetto dopo la fine della partita, ci avevano appena assegnato un codice giallo. Abbiamo fermato il mezzo con le 4 frecce, perché né io né l'autista dell'ambulanza sapevamo dove fosse la strada che dovevamo raggiungere. In quel momento abbiamo sentito il clacson e visto una Mercedes nera che voleva passare, come poi ha fatto. L'autista ci ha fatto il dito medio. Abbiamo messo in moto perché avevamo trovato le indicazioni che stavamo cercando, con le sirene e i lampeggianti, la Mercedes che in quel momento era davanti a noi si spostava da destra a sinistra frenando la nostra andatura. Abbiamo persino rischiato di tamponarla. Al semaforo siamo passati noi davanti ma lui ha accelerato, l'autista mi ha detto: ‘Non possiamo andare avanti così, finiamo per fare un incidente'. Allora io ho detto: ‘Fermati un attimo, gli spiego che siamo su un'emergenza‘".

A quel punto sarebbe avvenuto il peggio, dopo che la volontaria è scesa dall'ambulanza: "Io sono un metro e 60 e peso 54 chili, ho 55 anni, lo dico perché è chiaro che fisicamente non sono molto minacciosa. Mi sono avvicinata al finestrino, lui ha tirato giù il vetro e ha cominciato a farmi segno con la mano che noi guardavamo il cellulare. Parlava in spagnolo, la ragazza che era con lui in inglese. Io gli ho detto in un inglese maccheronico: ‘We are on emergency'. A quel punto è sceso dall'auto. Quando ha aperto la porta mi ha attaccato al collo, mi ha alzato da terra, io ho cominciato a urlare, anche la donna alta e bionda che era con lui è scesa dalla macchina e mi ha tirato i capelli, avevo la coda, mi sono arcuata all'indietro. Gli altri volontari che erano con me hanno visto tutto, sono intervenuti, siamo riusciti a calmarli, nel frattempo i miei colleghi chiedevano l'intervento delle forze dell'ordine, io invece ho visto passare una pattuglia dei carabinieri e li ho fermati. Mi sono trovata in una situazione che non avrei immaginato neanche nella peggiore delle mie fantasie. Io non conoscevo questo atleta, dopo mi hanno detto che guadagna 4 milioni di euro. Io guadagno 25 mila euro all'anno, faccio la volontaria, ho agito in scienza e coscienza, non mi farò rovinare la vita da una vicenda in cui io sono la vittima".