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Il proprietario dei Phoenix Suns nei guai: un’inchiesta lo accusa di razzismo e misoginia

In NBA tiene banco il caso Sarver: il proprietario dei Phoenix Suns, ultimi finalisti contro i Bucks, rischia il posto dopo un’accurata inchiesta condotta da ESPN e pubblicata in queste ore. Il materiale, raccolto grazie anche alle testimonianze di 70 tra dipendenti ed ex dipendenti, porta a gravi accuse di razzismo e misoginia.
A cura di Luca Mazzella
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Altro giro, altra bufera. Nemmeno il tempo di smaltire le scorie (per ora passate fin troppo sottotraccia) delle parole di Enes Kanter e nel pieno delle polemiche relative al nuovo pallone e alla nuova regola sui fischi da contatto che tanto stanno facendo discutere tra i giocatori , che Adam Silver e l'NBA intera si trovano a dover fare i conti con un'altra, delicatissima questione. Un'inchiesta condotta da ESPN e che ha coinvolto 70 dipendenti ed ex dipendenti dei Phoenix Suns, la scorsa finalista NBA, rischia di portare a gravissime accuse contro il proprietario della franchigia Robert Sarver.

Contro l'attuale owner di Phoenix (ancora per poco se tutta l'inchiesta porterà come prevedibile a punizioni esemplari dalla lega) le dichiarazioni raccolte nell'accurato lavoro di indagine ESPN portano a evidenti comportamenti razzisti, misogini e atti a creare un vero e proprio ambiente tossico – come definito da tanti soggetti interessati – con gravi conseguenze sul clima e sulla serenità all'interno della franchigia.

A Sarver si contesta altresì una "predilezione" per i bianchi nell'organigramma societario, accusa rispedita però al mittente dallo stesso interessato, che ha immediatamente fatto notare tramite i sui legali come Monty Williams (head coach) e James Jones (General Manager) occupino allo stato i due posti più prestigiosi nello staff della squadra e come, considerata anche la squadra femminile di Phoenix, la franchigia abbia una consolidata storia di "valorizzazione della diversità razziale, con Suns e Mercury che hanno il triplo dei dipendenti di colore rispetto alla popolazione nella Contea di Maricopa".

L'inchiesta ESPN a dire il vero era già stata preannunciata due settimane fa, ma l'uscita dell'articolo in prima pagina sul sito, "Allegations of racism and misogyny within the Phoenix Suns: Inside Robert Sarver's 17-year tenure as owner" avvenuta in queste ore, ha fatto esplodere la vicenda e fatto interrogare tutti sui possibili risvolti che rischiano di ricalcare in tutto e per tutto quanto già avvenuto nel 2014 con Donald Sterling, che per un impianto di accuse simili fu costretto dall'NBA a cedere i Los Angeles Clippers. Ironia della sorte, Chris Paul era la point-guard titolare della squadra al tempo, esattamente come oggi a Phoenix.

Il comunicato NBA e la risposta di Sarver

Non è tardata ad arrivare una prima presa di posizione della NBA, che ha emesso questo statement:

"Le accuse contenute nell’articolo odierno di Espn  sono moltto serie. Per questo è stata incaricata l’azienda legale Watchell Lipton che condurrà un’indagine dettagliata e profonda. La NBA e la WNBA ribadiscono il principio che il posto di lavoro deve essere un ambiente in cui ogni impiegato va rispettato. Quando l’inchiesta sarà conclusa si valuterà se ci sono le condizioni essenziali per un’azione della lega"

Un comunicato a cui è seguito quello dei Suns, che per bocca dello stesso Sarver hanno negato ogni tipo di accusa in relazione all'utilizzo delle parole in questione e alla condotta di cui dipendenti ed ex dipendenti hanno riferito a Baxter Holmes, la penna dell'articolo-inchiesta che ha fatto esplodere il caso.

Alcune delle gravissime affermazioni contestate

"A quei ne*** serve un ne***", sarebbe una delle tante frasi addebitate a Sarver negli ultimi 17 anni e alla luce delle testimonianze raccolte da ESPN, ma più in generale l'utilizzo del termine "ne***" per rivolgersi a tanti dei suoi dipendenti afroamericani è tra i vari punti emersi dal dossier. Assieme a una marcata misoginia, ad accuse diffuse di sessismo e di una fin troppo leggera ironia a sfondo sessuale nei confronti delle tante dipendenti della franchigia, tra donne in gravidanza invitate a lasciare il posto di lavoro e commenti inappropriati.

Sono emerse persino ingerenze nella gestione tecnica della squadra, con diversi episodi di irruzione in spogliatoio per suggerire che schemi adottare e come giocare, e una scarsa ricerca della "diversità" nell'assegnazione dei ruoli in franchigia, evidenziata anche dall'ex coach Earl Watson, uno dei testimoni fondamentali nella ricostruzione delle accuse.

I giocatori e tutti coloro finora avvicinati per un commento sulla vicenda attendono la fine delle indagini e restano focalizzati sul campo, ma le ripercussioni che potrebbero esserci sono importanti e porterebbero Sarver a dover abbandonare il controllo della franchigia.

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