Harden non rispetta norme anti-Covid della NBA e deve registrare 6 tamponi negativi per allenarsi

Non tira una buona aria in casa Houston Rockets. La franchigia di Tilman Fertitta deve fare i conti con il desiderio di andare via di James Harden ma nelle ultime ore il playmaker è tornato in città dopo essere stato assente ai primi due giorni di allenamento senza apportare motivazioni. Il Barba  ha già fatto espressa richiesta di essere ceduto ma dovrà tornare ad allenarsi per affrontare la nuova stagione e per avrà bisogno di ben sei tamponi negativi consecutivi. In questo modo Harden, se tutto dovesse andare bene, dovrebbe tornare ad allenarsi lunedì, giorno prenderà il via la mini-preseason. Perché questa misura? Perché Harden non ha rispettato i protocolli anti COVID-19 imposti dalla lega e ha partecipato alla festa di compleanno del rapper Lil Baby ad Atlanta e si è dilettato nei club di Las Vegas senza indossare la mascherina. Per questo motivo la National Basketball Association ha aumentato di altri tre test il protocollo standard prima di tornare ad allenarsi con gli altri giocatori.

Intanto, Harden non sembra aver cambiato idea e attende di essere ceduto: lui attende Brooklyn ma andrebbe volentieri anche a Philadelphia. In merito a questa situazione ha parlato il nuovo allenatore dei Rockets, Stephen Silas: “Stiamo cercando di delineare bene tutto quello che sta succedendo. È complicato capire come funzionano i protocolli perché le tempistiche sono un po’ confuse, visto anche che sono diverse da quelle di tutti gli altri. Non sappiamo quando James potrà allenarsi da solo o quando potrà unirsi alla squadra, stiamo cercando di capirlo con la lega”.

Harden e Silas non si sono parlati in maniera approfondita e non hanno affrontato nessuna discussione sulla situazione che si è creata perché all'arrivo del Barba a Houston la loro interazione nella giornata di mercoledì è stata: “Gli ho detto ciao”. Non benissimo.