Velasco indispettito per una domanda: “Perché volete farmi dire quello che non voglio dire?”

Il giorno dopo è sempre il più bello: Julio Velasco e le sue ragazze mondiali sono rientrate alla base, a Malpensa in una bagno di folla, tra tifosi festanti e centinaia di microfoni e obiettivi. Tra i primi a parlare anche il ct dell'Italvolley femminile, visibilmente stremato ma felice e soddisfatto: "Orgoglioso per un gruppo speciale", sottolinea più volte e anche pronto a non tirarsi indietro di fronte domande scomode e inopportune, come il confronto con il suo, altrettanto glorioso, passato con la Nazionale maschile. Fino a battibeccare con un giornalista: "Insisti, insisti perché io dica quello che non voglio dire?"
Velasco e la domanda inopportuna: "Insisti, insisti… perché io dica quello che non voglio dire?"
A Milano Malpensa salgono alti i cori per l'Italia fresca vincitrice dell'oro ai Mondiali di Pallavolo: per le ragazze e per Julio Velasco che si presta alle mille domande che gli vengono poste. Tanti i temi cui si presta con il classico aplomb con cui risponde sapiente ad ogni dubbio, curiosità o pensiero. Stanco e stremato, ma non a tal punto da non tirare fuori tutta la grinta nel momento della domanda "scomoda", il paragone con la Nazionale maschile che allenò, vincendo: "Più difficile qui o lì? Mah… ci devo pensare, ma non è una questione se fosse più forte o altro… diciamo che con il Brasile è stato simile in semifinale… Ma non mi faccia certe domande" ha infine sbottato di fronte all'insistenza altrui. "Non mi faccia dire cose che ha capito che non voglio dire. Perché mi vuol dire cose che non voglio dire, c…o! Insisti, insisti, perché io dica quello che non voglio dire?".
Velasco e lo spettacolo di Italia-Turchia: "Non so se siamo di ispirazione, di certo aiutiamo la pallavolo a crescere"
Una piccola parentesi distorta in un momento di riflessione che ripercorre tutto il percorso, Mondiale ma non solo partendo dalla finale: "In molti momenti la Turchia ha giocato meglio ma noi non abbiamo mollato. Alla fine ed è arrivata una vittoria storica: le Olimpiadi, due VNL, un Mondiale… Se siamo di ispirazione non lo so ma a noi ci basta che queste prestazioni servano a fare crescere l'intero movimento pallavolistico nazionale, femminile in particolare. Siamo una squadra forte che ha vinto molto. Noi cerchiamo di fare bene il nostro, facciamo pallavolo e queste ragazze fanno parte di un gruppo particolare".
Velasco ammette la propria sorpresa: "Mai avrei pensato di vincere così e subito"
Il gruppo, parola che Velasco ha sempre usato e ripetuto come "mantra" e che ritorna prepotente e che ha trascinato sin da subito all'inizio della sua nuova avventura da ct: "E' un gruppo davvero speciale perché dopo aver vinto si è messo ancora a disposizione con l'umiltà di chi vuole continuare a crescere e lavorare. Non me lo aspettavo di vincere tutto, così… anche perché banalmente uno che inizia un nuovo incarico non si fa subito dei film. Sarebbe un errore gravissimo. Io alle ragazze l'ho detto sin dal primo giorno: non si deve pensare né del prima né del dopo, ma giocare palla dopo palla, partita dopo partita. Perché lo sport più di ogni altra cosa è ciò che si fa qua e ora, nel momento. Tutto il resto fa parte del racconto, dei personaggi attorno allo sport"

Velasco e il gioco di squadra: "Molti ne parlano, in pochi ci credono. Noi lo abbiamo dimostrato"
Gruppo e gioco di squadra, Velasco spiega cosa significhi davvero fare gruppo: "Se ho cambiato il corso degli eventi con quel time out non credo. Io ho fatto il mio, le ragazze il loro, così come gli altri, il medico… Tutti parlano del gioco di squadra, si riempiono la bocca ma alla fine ci credono in pochissimi. Alla fine spesso servono gli eroi, ci vogliono gli Achille, gli Zeus… e noi invece abbiamo il vero gioco di squadra, non solo tra le giocatrici ma anche nello staff. Due giocatrici si sono fatte male una poco prima di giocare l'altra nel primo set e lo staff medico le ha rimesse in piedi per giocarsi la finale. I miei collaboratori sono stati straordinari, il team manager ha risolto qualsiasi problema, ognuno fa il suo. Non è un caso che da sempre io delego molto, ho fiducia nel mio team. Io poi che devo fare? Se non so nemmeno chiamare il time-out è vero che allora mi devo dedicare ad un altro sport".
Il time out in finale con la Turchia: "Non ho dovuto motivare nessuno… Sono più orgoglioso rispetto a Parigi"
Quel time out, arrivato poco prima della riscossa che ha spinto la conquista della finale mondiale ed è stato immortalato in diretta TV torna tra le domande più ricorrenti: "Cosa ho detto? Non ho dovuto motivare nessuno: in una semifinale o in una finale non c'è da motivare alcun giocatore o giocatrice. Il problema semmai è che per volere fare troppo bene c'è agitazione… chi non ha motivazioni in una finale bisogna mandarlo dallo psicologo non da un allenatore… Ho dato solo un aiuto a livello tattico, su cose che dovevamo fare e sulle scelte che servivano in campo, soprattutto muro e difesa quando l'avversaria ha la palla. Sono state più complicate queste due partite rispetto alle Olimpiadi: a Parigi è successo qualcosa che non può essere definita normalità. Abbiamo vinto tutte le partite 3-0 l'ho detto subito che non era normale. Normalità è quando giochi semifinale e finale con partite così, e io all'inizio l'ho detto alle ragazze: prepariamoci per partite così. E loro sono state bravissime: non sono più felice, ma sono più orgoglioso rispetto a Parigi".

Velasco e gli auguri a Gattuso: "Ricordo sempre che l'Italia ha vinto 2 Mondiali quando tutti parlavano di disastro…"
Il pensiero di Velasco è andato anche alla Nazionale italiana di calcio di questa sera, chiamata all'impresa di vincere contro Israele per tenere vivo il sogno di un altro Mondiale quello del 2026: "Un grande in bocca al lupo a Gattuso per la partita di questa sera dell'Italia contro Israele: l'ho conosciuto ed è un ragazzo straordinario come tutti conoscono. E soprattutto noi tendiamo quando vinciamo ad esaltarci troppo diventando qualche volta anche superbi. Quando perdiamo è tutto un disastro, non ci sono più allenatori, giocatori. Non è così: io ricordo sempre che l'Italia ha vinto due Mondiali di calcio nel momento in cui tutti dicevano che era tutto un disastro. Non ha vinto quando andava tutto bene, ha vinto quanto tutto andava male. Quindi non bisogna né esaltarsi troppo né pensare che tutto va male quando si perde".
Velasco e il futuro: "Il mio prossimo obiettivo? Non lo so, il primo è di riposarmi"
Infine lo sguardo verso il futuro, dove Velasco ha altrettanto chiare le idee su ciò che accadrà. "Io ho un contratto con la Federazione non c'è alcuna intenzione di mollare, andare avanti con la nazionale femminile. Non c'è pericolo di tornare a quella maschile. Qual è il mio prossimo obiettivo? Non lo so, il primo è di riposare. Vedermi ancora qui nel 2032? Ma scherziamo… la risposta è no, avrò 80 anni…"