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Scandalo al campionato mondiale di lancio del sasso: le pietre sono state manomesse

Un enorme scandalo ha scosso i Mondiali di ‘rimbalzello’, ovvero lancio del sasso: violato il regolamento, dopo l’esame delle pietre fioccano squalifiche.
A cura di Paolo Fiorenza
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Uno scandalo di proporzioni colossali ha scosso i campionati mondiali di lancio del sasso: diversi concorrenti sono stati squalificati per manomissione delle pietre che i concorrenti tirano in uno specchio d'acqua per farle rimbalzare. Una disciplina che in Italia è nota come ‘rimbalzello' e che ha regole abbastanza semplici: in primis quella che decreta la classifica dei partecipanti alle competizioni. Più volte rimbalzerà il sasso prima di affondare nell'acqua, più alta sarà la posizione in graduatoria di chi l'ha scagliato. Il record attuale è detenuto da Kurt Steiner, che il 6 settembre 2013 ha realizzato 88 rimbalzi. Ma c'è anche un altro modo di stilare la classifica, in base invece alla maggior distanza percorsa dalla pietra rimbalzante.

L'imbroglio scoperto ai campionati mondiali di lancio del sasso

È proprio in quest'ultima modalità che si svolgono i Mondiali che da qualche decennio vanno in scena annualmente sulla piccola isola di Easdale (popolazione di circa 60 abitanti), al largo della costa occidentale della Scozia: quest'anno vi hanno preso parte ben 2200 persone provenienti da 27 Paesi. Tra le poche regole che vanno rispettate c'è quella sull'origine delle pietre, che devono provenire tassativamente dall'ardesia naturale dell'isola e soprattutto devono restare intatte. Si è invece scoperto che alcune erano state levigate in una forma "sospettosamente circolare" per aiutarle a rimbalzare sull'acqua.

Del resto, chi si è cimentato almeno una volta nella vita nel ‘rimbalzello', magari per divertimento con gli amici in riva al mare, sa bene quale tipologia di pietre, per lo più piatte e circolari, rende possibili le migliori prestazioni, ovvero un elevato numero dei rimbalzi sull'acqua e di conseguenza uno ‘scivolamento' che le spinge il più lontano possibile, mentre si imprime alle medesime un moto rotatorio: quelle appunto piatte e circolari.

L'organizzatore della competizione, Kyle Mathews, ha dichiarato che dopo la scoperta dell'inganno, i colpevoli avevano "alzato le mani" e si erano scusati, il che non ha evitato loro la squalifica. Il protocollo di gara prevede che i partecipanti, dopo aver scelto le proprie pietre, le consegnino ai giudici che a quel punto utilizzano uno strumento di misurazione, "l'anello della verità", per assicurarsi che non siano più grandi di 3 pollici di diametro, ovvero 7 cm e 62 mm. Ogni concorrente ha diritto a tre rimbalzi e le pietre devono rimbalzare sull'acqua almeno due volte prima di affondare.

"C'è stata una manipolazione delle pietre – ha detto Mathews – Le avevano modellate in modo che fossero perfettamente circolari e si adattassero al nostro misuratore da 3 pollici. Il problema è che non ci siamo accorti subito che erano sospettosamente circolari". La scure si è abbattuta sui colpevoli quando i giudici hanno sentito "voci e mormorii di alcune azioni nefaste".

Alcune delle pietre usate ai Mondiali di ’rimbalzello’
Alcune delle pietre usate ai Mondiali di ’rimbalzello’

Matthews ha affermato che la lezione è stata appresa e che "si passerà a un evento ancora più grande l'anno prossimo". La scorsa settimana i Mondiali sono stati vinti da Jonathan Jennings, che è diventato il primo vincitore americano della gara, lanciando le sue pietre per una distanza complessiva di 177 metri. La gara si svolge in un'ex cava di ardesia che fu allagata da uno tsunami nel 1881 ed è gestito da volontari: il ricavato sostiene progetti comunitari e associazioni benefiche locali.

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