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Paralimpiadi: russi esclusi, il Tas rigetta il ricorso

Il Tribunale arbitrale dello sport giudica “non credibile” la memoria difensiva presentata dalla federazione paralimpica russa. Il premier, Medvedev, parla di complotto: ”Hanno voluto eliminare avversari forti”.
A cura di Redazione
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Il presidente del Comitato paralimpico russo, Vladimir Lukin
Il presidente del Comitato paralimpico russo, Vladimir Lukin

Graziata per i Giochi di Rio appena conclusi (il Cio lasciò la decisione sull'esclusione alla volontà delle singole federazioni russe), per nulla perdonata in occasione di quelli Paralampici. La sentenza del Tas (Tribunale arbitrale dello sport) lascia la Russia fuori dall'edizione brasiliana che andrà in scena dal 7 al 18 settembre prossimi: il tribunale ha ritenuto fondate e incontrovertibili le obiezioni mosse dal Comitato paralimpico internazionale che, in virtù di ulteriori riscontri scaturiti dal rapporto McLaren sul doping di Stato, aveva estromesso gli atleti russi con effetto immediato e una motivazione gravissima: "incapacità di adempiere alle proprie responsabilità associative e in particolare all'obbligo di rispettare il codice antidoping dell'Ipc e il codice mondiale antidoping, di cui è anche uno dei firmatari".

Il ricorso respinto, la posizione del Tas

Non credibile, così è stata ritenuta la memoria difensiva dal comitato paralimpico russo poiché dall'analisi degli atti presentati non ci sono prove sufficienti a contraddire la tesi preminente dell'Ipc (Comitato paralimpico internazionale): ovvero, l'esistenza di un sistema corrotto al punto da provare a insabbiare ben 35 casi di atleti positivi in discipline paralimpiche nel giro di 4 anni.

Le reazioni. Il premier Dmitri Medvedev parla di complotto che risponderebbe a una precisa strategia: "il desiderio di alcuni alti funzionari del movimento Paralimpico di eliminare forti avversari". Di fronte a questa decisione, ritenuta penalizzante per tutti gli atleti paralimpici che meditano il possibile ricorso alla Corte europea dei diritti dell'Uomo. "Se si appelleranno, noi li sosterremo", ha ammesso all'agenzia Tass il presidente del Comitato paralimpico russo, Vladimir Lukin.

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