Nuoto, le bugie di Rio2016 costano care: 10 mesi di stop e multa di 100mila dollari
La medaglia d’oro conquistata nella staffetta 4X200 alle Olimpiadi di Rio 2016, archiviate da poche settimane, è passata in secondo piano. Ryan Lochte sarà ricordato a lungo per la vicenda relativa alla finta rapina e aggressione subita durante la kermesse. Il nuotatore americano classe 1984 infatti aveva raccontato che lui, l’altro compagno di squadra Feigen e altri due atleti, erano stati rapinati dopo il ritorno in ritiro da una festa. Lochte aveva riferito che, in seguito ad una lite ad un benzinaio, erano stati fermati e derubati da uomini armati travestiti da agenti. Uno di questi avrebbe addirittura puntato una pistola alla testa del nuotatore, incapace di garantire una ricostruzione perfetta dell’accaduto in quanto ubriaco. Un racconto completamente smentito da alcuni video che hanno dunque inguaiato Lochte e i suoi compagni. Le pubbliche scuse non sono servite a nulla, e l’atleta ora dovrà fare i conti con una serie di provvedimenti.

Innanzitutto sarà sospeso per dieci mesi dal Comitato Olimpico e dalla Federazione Nuoto degli Stati Uniti. Un provvedimento che, se confermato, priverebbe lo statunitense dei Mondiali di nuoto in programma nella prossima stagione in Ungheria. Un durissimo provvedimento disciplinare che fa il paio con la tegola economica abbattutasi su di lui. Basti pensare agli sponsor che hanno deciso di dire addio a Lochte, come il popolare brand di costumi Speedo che oltre a chiudere il contratto ha annunciato di essere pronto a donare 50mila dollari previsti inizialmente nell’accordo con il nuotatore a Save The Children per aiutare i bambini brasiliani. Le medaglie conquistate a Rio inoltre non gli consentiranno di guadagnare i 100mila di dollari di bonus previsti dalla Federazione. Tempi duri dunque per Lochte che non parteciperà alla visita alla Casa Bianca e all’incontro tra i medaglisti Usa con il presidente Obrama, e sarà costretto a svolgere 20 ore di lavori socialmente utili.