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Nadia Battocletti: “È più difficile un’esame all’università che una gara nei 10mila, vi dico perché”

Un viaggio nel mondo di Nadia Battocletti, una delle figure di spicco dell’atletica italiana: a Fanpage.it racconta il suo percorso sportivo e svela il modo in cui si prepara alle gare, tra allenamenti, lavoro e università.
A cura di Vito Lamorte
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Nadia Battocletti è una delle stelle più brillanti dell’atletica italiana. Pluricampionessa europea e argento olimpico a Parigi 2024, questa favolosa atleta si è affermata nel firmamento mondiale con primati e vittorie che le hanno datp una ribalta che non si aspettava: "Non penso spesso al mio percorso e quando lo faccio rimango stupita di quanto sono riuscita a fare, faccio fatica a crederci".

Nadia ha iniziato a correre da piccola, seguendo le orme dei genitori: cresciuta a Cavareno, in Val di Non, il suo primo approccio è stato con la corsa in montagna e a 14 anni ha vinto il suo primo titolo italiano proprio nella corsa in montagna, nella categoria cadette (Under 16). Di lì in poi è stato un crescendo. La scorsa estate è arrivato l'argento nei 10 mila metri ai Giochi Olimpici: "Quando vedo le immagini ritorno a tutte le sensazioni che ho provato quel giorno".

A Fanpage.it Nadia Battocletti racconta il suo percorso e svela il modo in cui si prepara alle gare, le sue abitudini e i suoi allenamenti: un viaggio nel mondo di una delle atlete più forti e importanti al mondo.

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Nadia Battocletti è una delle stelle dell’atletica mondiale: l’avrebbe mai pensato quando ha iniziato il suo percorso?
"Se devo essere sincera no, sognare non costa nulla e l’ho fatto ma dal pensarlo a farlo diventare realtà no. Sicuramente era un obiettivo però non è semplice e guardandomi indietro mi rendo conto di aver fatto tante cose e sono soddisfatta di me stessa".

Papà mezzofondista e mamma ottocentista: Nadia Battocletti è cresciuta correndo… 
"In pratica sì, ho iniziato a sette anni ma i miei mi hanno dato tutta la libertà di scegliere che sport volevo fare. Essendo figlia unica mi piaceva molto stare all’aperto e giocare con gli altri, poi mi sono avvicinata all’atletica in maniera molta cauta e fin da bambina è sempre stato un divertimento, non è mai stato un obbligo perché avevo i miei lo facevano prima di me. Tutt’altro. L’atletica l’ho sempre vista in maniera positiva".

Essendo figlia di due atleti, riconosce qualche caratteristica dei suoi genitori nelle sue qualità?
"Sicuramente si rendono conto che molte cose le ho prese da loro, soprattuto come atteggiamento e carattere. Mi butto al 100% in quello che faccio e provo a dare sempre tutto quello che ho, quella è una cosa che mi danno trasmesso. In questo mi rivedo in loro".

Una data: 9 agosto 2024. La medaglia d'argento nei 10000 metri piani è stata straordinaria: c’è un momento, una sensazione o un piccolo particolare, che ricorda di quella gara e che ogni tanto le torna in mente?
"Quando penso alle Olimpiadi ho questo fermo immagine di una mia foto che ho visto dopo, di me che ho le mani nei capelli ma in quel momento io ho pochi ricordi di me che faccio quel gesto. Quando le vedo ritorno a tutte le sensazioni che ho provato quel giorno".

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Purtroppo, però, poche ore prima era arrivato il bronzo nei 5000 m piani: quanto è stata dura accettare quella decisione e riportare la mente su un nuovo obiettivo dopo quella piccola delusione?
"In realtà per me non è stata una delusione, perché io ho finito quarta e dopo che i giudici di campo mi è stato dato il terzo ovviamente ho iniziato a sognare ma non la sentivo mia. Un po’ di delusione c’è stata quando mi è stato tolto, poi ridato e poi ritolto…soprattutto perché le scene si sono viste. Accetto tutto quello che hanno detto i giudici ma ci sono state delle incongruenze. Penso di essere stata molto adulta e matura quando mi è arrivato il terzo posto ma, in realtà, non ci credevo  a pieno. Il giorno dopo la situazione era già chiusa e credo che sia la soluzione migliore, non ha senso pensare a cose passate o rimuginare anche perché in quei momenti lì le energie sono limitatissime ed è sbagliato impiegarle così. Meglio concentrarsi per allenarsi bene, recuperare ed essere al meglio in pista. Io sono fortunata che nel mio sport c’è la prestazione e basta, magari in altri tra punteggi e performance è più complesso. Quando entro in pista il risultato è mio e nessuno lo può tirare via. Io ero soddisfattissima del mio quarto posto e non mi ha toccato più di tanto, il resto è stato fatto tutto da altri".

Un argento olimpico, quattro ori europei su tre superfici diverse (pista, cross e strada)e tanti altri record: ci pensa mai alla strada che ha fatto per arrivare a questi traguardi?
"Non ci penso spesso e quando lo faccio rimango stupita di quanto sono riuscita a fare, faccio fatica a crederci perché l’ho vissuta bene in ogni situazione e credo che la tranquillità sia stata un po’ la chiave. Ovviamente c’è un grande lavoro mio e del mio staff, che mi supporta in tutto e sono molto soddisfatta. Sono felice di essere in una dimensione grande".

In che modo Nadia Battocletti si prepara agli eventi: ci racconta com’è la sua giornata di allenamenti?
"Le giornate sono molto tranquille, ma diventano impegnative perché ho aggiunto altri progetti, il lavoro e l’università. Solitamente mi alleno una volta al giorno e una volta a settimana mi faccio seguire dal fisioterapista e dai medici per effettuare test ed essere attenti ad ogni momento del percorso. Gli allenamenti sono diversi in base alla stagione e variano in base a dove voglio andare a lavorare: dai 60 minuti di corsa alle ripetute in pista o alle sedute in palestra. Ogni giorno è diverso".

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Papà Giuliano è anche il suo allenatore: com’è il vostro rapporto e come si scindono le due figure?
"In realtà non c’è bisogno perché abbiamo un ottimo rapporto e la pensiamo spesso allo stesso modo. È un aiutarci e crescere a vicenda e se lui mi propone di fare una cosa so che lo fa perché mi serve ed è importante. Non discutiamo praticamente mai e in alcuni casi sembra più un gioco".

Cosa passa per la testa ad un’atleta che deve correre delle distanze così ampie?
"Per arrivare ai 10000 è una crescita graduale nel tempo, che parte dai 600 e poi si passa al km fino ad aumentare man mano. In tutti questi anni, sia in allenamento che con la psicologa dello sport e la mamma, cresci in modo da renderti conto che hai un obiettivo e ti metti nella situazione di poterci arrivare. Quindi riposare bene, alimentarsi bene, conoscere tutte le strategie per la gara e le proprie avversarie. Quando hai tutti questi strumenti io penso che la gara sia la cosa più semplice perché hai tutti gli strumenti per dare il meglio. Sono tutti aspetti che hai già trattato in allenamento e poi subentra anche l’esperienza".

In che modo si pianifica una gara?
"Prima di entrare in gara uno ha tutte le strategie e possibilità di come possa andare, quindi sei consapevole di quello che può accadere in ogni momento e hai tutto sotto il tuo controllo. Alla fine noi ci agitiamo quando le cose escono dalla nostra area di controllo. Tutto è molto legato anche alla tipologia di gara che vai a fare: se è una gara a tempo, vai; mentre se è per il posto o la posizione, valuti le avversarie e lavori sui loro punti deboli oltre che sui tuoi".

Ha raccontato di essere molto religiosa e che la preghiera l’aiuta molto: come riesce a coniugare i suoi impegni, e i suoi allenamenti, nel mese del Ramadan?
"Sicuramente non esistono doppi allenamenti e le sedute le faccio prima che si interrompa il digiuno perché non è semplice. Ma se lo vuoi, lo fai".

Nadia Battocletti è iscritta alla facoltà di Ingegneria edile e Architettura: ci racconta da dove nasce questo suo interesse?
"In realtà io volevo fare Medicina ma non c’era la facoltà nella mia regione e dovevo trasferirmi per frequentarla. Sarebbe stato molto complicato gestire tutto. Quindi ho scelto questo corso perché non mi andava di fare una ‘ingegneria pura’ perché mi piace la creatività e questo coniuga tutti i miei interessi".

È più facile gestire la vigilia di un’esame all’università o quella di una gara?
"È più difficile quella di un’esame perché ci sono più variabili che possono sfuggirti dal controllo, in una gara no".

Il grande momento che sta vivendo l’atletica italiana da qualche anno può essere uno sprone in più anche per i ragazzi ad avvicinarsi ad alcuni sport che spesso rimangono un po’ nell’ombra di quelli più mainstream?
"Sì, assolutamente sì. Grazie ai successi che l’atletica sta ottenendo molti ragazzi si avvicinano anche allo sport. Sicuramente fare bene porta ad ampliare l’interesse ed è un altro obiettivo che ci poniamo".

Nella Speed Race a Tokyo ha stabilito il nuovo record europeo ma ormai non si contano più i primati di Nadia Battocletti: quali sono i prossimi obiettivi?
"L’obiettivo è quello di divertirmi e migliorare come ho fatto finora. Non mi piacciono proclami su titoli o record ma mi auguro di continuare il mio percorso di crescita".

E ai Mondiali come ci arriviamo?
"Saranno una bella manifestazione e ho già iniziato a prepararli. Lì farò sia i 10mila che i 5mila ma ci saranno anche delle gare di avvicinamento che mi aiuteranno a prepararmi. Li vedo come un bell’obiettivo da affrontare".

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