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La lotta vana di Filippo Mondelli con il tumore: ispirato da Mihajlovic, sognava le Olimpiadi

Il mondo dello sport è in lutto per Filippo Mondelli, il campione del mondo di canottaggio deceduto ieri a pochi mesi dal suo 27° compleanno. Sui social nell’ultimo anno ha raccontato la sua battaglia contro l’osteosarcoma rivelatosi purtroppo fatale, passata attraverso chemioterapia, un intervento chirurgico e tanta voglia di tornare a gareggiare. L’ultimo post risale a febbraio, quando ha incontrato Sinisa Mihajlovic.
A cura di Marco Beltrami
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Ha "remato" per tutta la vita Filippo Mondelli. In acqua, conquistando il titolo di campione del mondo di canottaggio nel 2018 e fuori, quando la sua vita è stata stravolta dalla diagnosi della malattia a inizio delle 2020. Un controllo per quello che sembrava un banale dolore al ginocchio ha evidenziato la presenza di un osteosarcoma, rivelatosi purtroppo fatale. L'azzurro è morto ieri a pochi mesi dal 27° compleanno, dopo poco più di un anno di lotta, portata avanti con il piglio di un guerriero e con lo stimolo di un sogno quello di partecipare alle Olimpiadi del 2024. Mesi in cui Mondelli non è mai stato solo circondato dall'affetto di parenti, amici e di tanti tifosi. A fare il tifo per lui anche un sostenitore speciale come Sinisa Mihajlovic, al quale il canottiere aveva dedicato l'ultimo post.

Il mondo dello sport piange Filippo Mondelli, stella del canottaggio azzurro (un oro e due bronzi mondiali e due ori e un argento europei nel doppio e nel quattro di coppia) ed eletto a rappresentante degli atleti nel governo dello sport, appena due settimane fa. Ha combattuto come un leone, contro un tumore delle ossa, che aveva scoperto casualmente a inizio 2020 dopo un controllo di routine. Una notizia che aveva voluto comunicare lui stesso sui social, a dimostrazione del suo piglio: "In me sta progredendo una malattia, una di quelle cose che senti ma quando capita a te, rimani senza parole e non sai più che dire e che fare. Vi posso solo dire che per voi e tutti i miei cari non mollerò mai, ora più che mai. Per me ora inizia un altro tipo di gara, una gara che sarà quella di vincere questo male che c’è in me e continua a progredire. Sappiate che vi ho sempre tutti nel cuore, in questo caso mi serve il vostro sostegno. Perché questo tipo di gara per la Vita la voglio vincere. Ricordate che il Leone che c’è in me sta uscendo e sarà più forte di prima".

E Filippo in questi mesi non è mai stato solo. Costante l'incoraggiamento per il canottiere, che ha raccontato il suo durissimo percorso su Instagram, fatto di quasi 15 cicli di chemioterapia e un intervento per l'asportazione del femore, sostituito da una protesi in titanio. In quell'occasione dopo l'operazione si era mostrato più deciso che mai è intenzionato a non mollare: "Si rinasce ogni volta che si riprende in mano la propria vita". Cure e controlli continui, ma anche riabilitazione e allenamenti costanti raccontati costantemente a suon di post per incoraggiare anche tutti quelli che come lui lottano contro un brutto male: "Si rinasce ogni volta che si riprende in mano la propria vita", uno dei messaggi di Mondelli, che si è diviso tra piscina, palestra e fisioterapista, concedendosi anche qualche momento di relax insieme agli amici, per mettere da parte i cattivi pensieri.

Il tutto senza mai perdere la speranza, con un obiettivo forte nella testa: quello di vincere la malattia e riprendersi quelle Olimpiadi che si era guadagnato e gli sono state tolte, nel 2024. Una volontà ribadita nell'ultimo post del 2020, l'anno peggiore della sua vita: "Nel tuo essere ma maledettamente orribile mi hai insegnato pure tu qualcosa! Ho imparato la bellezza delle piccole cose e soprattutto dei piccoli gesti. Ho riscoperto quanto bello è stare con i propri cari, e con le persone che veramente ti vogliono bene e che tengono a te". E quanto fanno male quelle parole improntate all'ottimismo: "2021 ti aspetto a braccia aperte, carico di nuove speranze e nuovi progetti. Spero tu sia l'anno della mia rivincita".

L'ultimo messaggio su Instagram di Filippo risale al 14 febbraio, quando ha incontrato un altro guerriero Sinisa Mihajlovic. Un'occasione in cui il canottiere ha ricevuto un'altra iniezione di grinta e voglia di non mollare, con il mister serbo che ha condiviso con lui i ricordi della battaglia vinta contro la malattia: "La sua forza, le sue parole per descrivere la partita contro la leucemia. Mi ha colpito lo spirito da guerriero. Siniša Mihajlović, una persona combattiva da cui devo imparare molto su come affrontare la mia malattia".

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