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La lezione di Barshim e Tamberi: “Insieme abbiamo cambiato lo spirito olimpico”

Il saltatore del Qatar, Barshim, ha ricordato durante la consegna degli Oscar dell’atletica quel momento storico: l’oro nell’alto condiviso alle Olimpiadi. “È stato giusto così perché nessuno dei due meritava l’argento”.
A cura di Maurizio De Santis
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L'abbraccio tra Barshim e Tamberi vincitori ex aequo dell'oro nell'alto a Tokyo
L'abbraccio tra Barshim e Tamberi vincitori ex aequo dell'oro nell'alto a Tokyo

Il conciliabolo. L'abbraccio. Le lacrime. L'incredulità. E poi le braccia al cielo in segno di vittoria. La medaglia d'oro nel salto in alto di Gianmarco Tamberi entra nel corredo accessorio di un'estate da leggenda per l'Italia alle Olimpiadi di Tokyo. L'immagine più bella, al di là del trionfo sportivo, è un'altra e si accompagna alle scene di esultanza, all'euforia e alla gioia incontenibile dell'atleta azzurro che in Giappone s'è ripreso tutto. Saltò Rio 2016 per un infortunio alla gamba e nel Sol Levante portò con sé quel gesso che gli ha permesso di trasformare la rabbia e in voglia matta di riscattarsi.

"Gimbo", è il soprannome del saltatore marchigiano, ricorda tutto come fosse ieri. Ha scolpiti nella mente tutti quegli attimi che lo portarono sul tetto del mondo insieme all'avversario divenuto suo prezioso alleato, nemico/amico, da uomo da battere a collega al quale stringersi per festeggiare la doppia conquista del metallo più prezioso.

Un momento della premiazione sul podio più alto delle Olimpiadi in Giappone
Un momento della premiazione sul podio più alto delle Olimpiadi in Giappone

Mutaz Barshim è l'atleta del Qatar che, dopo aver fallito la misura più alta, d'accordo con l'italiano, decise di condividere con lui quel trionfo rimasto nella storia anche per la bella lezione di lealtà sportiva (che non tutti accettarono e presero bene). "Non era mai successa prima una cosa del genere – le parole di Barshim durante la consegna dei premi di Atleta dell'anno -. Ma è stato giusto così perché nessuno dei due meritava l'argento. La gente ne parlerà a lungo. Da tutto il mondo hanno celebrato quell'episodio che è stato emozionante per tutti".

Barshim e Tamberi sfilan avvolti nella bandiere dei loro Paesi per il giro d'onore dopo la vittoria
Barshim e Tamberi sfilan avvolti nella bandiere dei loro Paesi per il giro d'onore dopo la vittoria

Chapeau. Standing ovation. Frasi sincere, da pizzicotto sulla guancia. Ma è tutto vero. E veri, dal profondo del cuore, furono i pensieri di Tamberi a pochi istanti dalla conquista della medaglia d'oro. "Non c’è altra persona con cui l’avrei condiviso se non con lui, perché è passato da quello in cui sono passato io", disse l'italiano memore della vicinanza e degli incoraggiamenti ricevuti in un momento difficile della sua carriera dopo l'infortunio. Ecco perché il riverbero di quegli istanti nei concetti espressi da Barshim è un messaggio molto potente, più forte di tutto. "Tamberi e io abbiamo cambiato lo spirito olimpico – ha aggiunto il saltatore del Qatar – e riscritto anche il motto. Non solo più veloce, più in alto, più forte, ma da allora anche insieme".

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